Sì all’estradizione: giudizio in Italia più vicino per la madre di Saman

La madre di Saman Abbas ha acconsentito a essere estradata in Italia: l'iter della giustizia per la giovane uccisa si fa più breve

Screen Tg1
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Ha acconsentito a essere estradata in Italia la madre di Saman Abbas e non ha fatto istanza di essere rilasciata con cauzione. Quindi il suo iter verso il giudizio in Italia - l’inizio del secondo grado è atteso per il prossimo autunno - potrebbe essere molto più veloce rispetto a quello del marito. La madre della 18enne, Nazia Shaheen, è stata catturata lo scorso 31 maggio con una red notice dell’Interpol: la donna si trovava tra i distretti di Jhelum e Gujrat e alla fine del 2023 era stata condannata in Italia all’ergastolo al termine del processo di primo grado.

Ergastolo anche per il marito Shabbar Abbas, che a settembre 2023 era giunto nel Belpaese a seguito della sua estradizione - ma era stato arrestato in Pakistan a novembre 2022. Una pena di 14 anni è stata invece comminata allo zio Danish Hasnain, che all’indomani della cattura del fratello aveva condotto la polizia penitenziaria sul luogo dell’occultamento di Saman. La 18enne veniva cercata senza successo da un anno e mezzo.

Saman è infatti scomparsa da Novellara nella notte tra il 30 aprile e l’1 maggio 2021. Dall’inizio gli inquirenti hanno indagato sulla famiglia, non solo perché Nazia e Shabbar hanno lasciato il Paese il 2 maggio successivo, ma perché la giovane era ospite in una struttura protetta: aveva denunciato i genitori che avrebbero cercato di costringerla a un matrimonio forzato con un cugino in Pakistan.

Tuttavia per i giudici della corte d’assise di Reggio Emilia non sarebbe stato questo il movente del delitto: Saman era scappata dalla struttura protetta e tornata a casa nella speranza di riavere i suoi documenti. La sua volontà era infatti sposare Saqib Ayub, coetaneo pakistano residente in Italia conosciuto sui social. La famiglia della giovane si opponeva a questa relazione, forse perché Saqib pare appartenesse a una casta più bassa. Saqib ha parlato spesso di aver ricevuto minacce - e con lui i suoi famigliari, all’epoca in Pakistan - in particolare da parte di uno zio materno di Saman. Stando all’ipotesi emersa nel primo grado di giudizio, Saman sarebbe stata uccisa perché i famigliari avrebbero temuto una nuova fuga con il fidanzato.

Inoltre la stessa corte non ha escluso che possa essere stata Nazia l’esecutrice materiale del delitto, come peraltro attesterebbe la confessione resa da Danish alla polizia penitenziaria: lo zio ha raccontato di essere giunto sul luogo

dell’occultamento quando la nipote sarebbe stata già senza vita, e che i cugini Ikram Ijaz e Noumanoulhaq Noumanoulhaq, entrambi assolti, gli avrebbero detto che a ucciderla sarebbe stata Nazia.

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