"Perché ci hai rovinati?". Lo sconcerto di Nicolò davanti al padre killer

La strage in una villetta di Samarate nel maggio scorso. Alessandro Maja, 57 anni, uccise moglie e figlia a martellate. Nicolò, l'altro figlio, unico superstite, si è presentato in aula con una maglietta in ricordo della madre e di sua sorella

"Perché ci hai rovinati?". Lo sconcerto di Nicolò davanti al padre killer

"Avrei voluto chiedergli 'perché ci hai voluto rovinare?'". Sono state queste le prime parole di Nicolò Maja quando questa mattina, per la prima volta, ha rivisto in aula il padre Alessandro, 57 anni, autore della strage nella villetta di Samarate (Varese) in cui furono uccise Stefania Pivetta, la moglie dell'imputato, e la figlia Giulia. Il ragazzo, unico superstite della mattanza, in carrozzina a seguito della violenta aggressione, si è presentato al tribunale di Busto Arsizio con una maglietta su cui erano stampati i volti della madre e di sua sorella. "Ho voluto portare con me mamma e Giulia. Sono loro che mi danno la forza", ha spiegato ai giornalisti al termine dell'udienza.

L'incontro tra Nicolò e il padre

Oggi, venerdì 17 febbraio, si è svolta l'udienza per il conferimento dell'incarico allo psichiatra forense, il professor Marco Lagazzi, che dovrà periziare Alessandro Maja. Nicolò si è trovato a pochi metri dal padre: "L'ho visto sciupato. - ha raccontato il ragazzo alla stampa quando è uscito dal tribunale - Non so se mi ha visto perché senza occhiali non vede benissimo. Oggi non me la sono sentita di parlargli, ma vorrei tanto chiedergli perché ha deciso di rovinare la nostra vita". Il ragazzo, gravemente ferito durante la strage, ha subito alcuni interventi chirurgici e, al momento, si trova sulla sedie a rotelle.

La strage familiare

Il duplice omicidio si è consumato nella villetta di via Torino 32, a Samarate, all'alba del 4 maggio 2022. Alessandro Maja, architetto con un studio avviato sui Navigli di Milano, uccise a martellate la moglie Stefania Pivetta (56 anni) e la figlia Giulia (16 anni) mentre dormivano. Il 57enne si scagliò anche contro il figlio Nicolò il quale, per fortuna, riuscì a scampare alla strage pur rimanendo gravamente ferito. Ad allertare i soccorsi furono i vicini di casa della coppia, inevitabilmente attratti dalle grida disperate delle vittime. "Li ho uccisi tutti, bastardi", avrebbe detto Maja trascinandosi sull'uscio di casa con i vestiti imbrattati di sangue. Nel corso delle indagini erano emersi alcuni dettagli circa l'ossessione dell'uomo per i soldi e la fobia dei debiti, motivo di frequenti litigi familiari.

La Corte d'Assise del tribunale di Busto Arsizio ha disposto, su richiesta del pool difensivo, una perizia psichiatrica per il 57enne. Gli avvocati del 57enne ritengono che non fosse in grado di intendere e volere al momento dei fatti.

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