I punti chiave
I "toccamenti repentini" non possono essere considerati una forma di violenza sessuale. È quanto emerge dalla motivazioni della sentenza con cui, a giugno scorso, la Corte d'Appello di Milano ha assolto un ex sindacalista Raffaele Meola, accusato di aver palpeggiato una hostess di volo durante un incontro di lavoro avvenuto nel 2018 negli uffici Cisl vicino all'aeroporto Malpensa.
Secondo i giudici milanesi, che hanno confermato la decisione del Tribunale di Busto Arsizio, da una piana scansione delle "evidenze processuali" emerge "come l'imputato non abbia adoperato alcuna forma di violenza - ancorché si sia trattato, effettivamente di toccamenti repentini - tale da porre la persona offesa in una situazione di assoluta impossibilità di sottrarsi". La procura del capoluogo meneghino, col sostituto pg Angelo Renna, aveva chiesto di condannare l'imputato.
"Nessuna rilevanza penale"
L'episodio risale alla sera del 12 marzo 2018. La hostess si era rivolta al 47enne per una vertenza sindacale. Secondo la versione fornita donna all'epoca dei fatti, durante l'incontro, l'uomo le avrebbe massaggiato il collo: "Sei troppo tesa", sarebbero state le parole del sindacalista. Poi i palpeggiamenti, o presunti tali, sarebbero diventati più insistenti e sfrontati. I giudici d'Appello hanno sottolineato come quelle avances non possano avere alcuna "rilevanza penale" in considerazione del fatto la stessa parte civile, assistita dall'avvocata Maria Teresa Manente, ha detto essersi "protratti per un tempo di circa trenta secondi", tempo durante il quale lei "aveva continuato a sfogliare e leggere i documenti". Inoltre "la qualifica e il ruolo di sindacalista rivestito dall'imputato - si legge nelle cinque pagine di motivazioni - non comportavano, in concreto, alcuna supremazia". Infine, per i giudici non vi sarebbe stato "alcun stato di timore" nell'assistente di volo indotta dalla corporatura dell'imputato, valutata dalla Corte "assolutamente normale".
Il legale dell'imputato
Dal canto suo, l'ex sindacalista si è sempre professato innocente. A gennaio del 2022, il Tribunale di Busto Arsizio lo aveva assolto dall'accusa di violenza sessuale. "Il mio assistito - ha spiegato al quotidiano Il Giorno il difensore, l'avvocato Ivano Chiesa - non ha potuto, perché non era possibile, percepire un dissenso immediato, ma quando la presunta persona offesa ha espresso il suo diniego si è immediatamente fermato".
Il ricorso
Si è detta pronta a fare ricorso, invece, l'avvocato Maria Teresa Manente, che difende la hostess.
"Andremo in Cassazione – aveva assicurato Maria Teresa Manente, responsabile dell’ufficio legale di Differenza Donna, subito dopo il verdetto del 24 giugno – perché questa sentenza ci riporta indietro di 30 anni e rinnega tutta la giurisprudenza di Cassazione che da oltre dieci anni afferma che un atto sessuale, compiuto in maniera repentina, subdola, improvvisa senza accertarsi del consenso della donna è reato di violenza sessuale".
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