L'antifascista in camicia nera, le femministe stonate e Macron: ecco il podio dei peggiori

All'Università di Padova show della presidente del consiglio degli studenti. Polemica rosa per il podio tutto maschile a Sanremo. Il presidente francese divide la Ue. Ecco i peggiori della settimana

L'antifascista in camicia nera, le femministe stonate e Macron: ecco il podio dei peggiori
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Al terzo posto del podio dei peggiori questa settimana abbiamo la presidente del consiglio degli studenti dell'Università di Padova, Emma Ruzzon, che alla cerimonia di apertura dell'anno accademico si è lanciata in una filippica sulla minaccia fascista. Alla fine del discorso ha persino messo in piedi un piccolo siparietto e si è tolta la camicia (nera) indossata ad hoc per l'occasione. "La Storia ci insegna a leggere i segnali, anche quando si presentano in modo diverso - ha detto - ma se qualcuno non vuole proprio coglierli, davvero è necessario vedere le camicie nere in giro?". Ora che non ci sono più le Femen ad andarsene a zonzo con le tette al vento per interrompere il potente di turno, ci dobbiamo sorbire gli acchiappa-fascisti. È il chiodo fisso della sinistra: le camicie nere al potere, la restaurazione del Ventennio, il ritorno della Dittatura. Una barzelletta. Una di quelle barzellette che non fanno ridere ma piangere tanto sono raccontate male.

Al secondo posto del podio ci sono le femministe sulle barricate contro il Festival di Sanremo. Il fatto che tra i primi cinque classificati non ci fosse nemmeno una donna è stato preso come un affronto. La polemica è esplosa all'indomani della finale e, ahinoi!, è durata diversi giorni intasando i social network e sbarcando addirittura sui giornali. Attiviste, giornaliste e opinioniste hanno gridato allo scandalo accusando la kermesse di "vallettismo" e parlando di "maschiocrazia", di "Festival della restaurazione" e, in un surreale crescendo di accuse, di "violenza patriarcale". Ma ammettere che nessuna delle artiste in gara meritava il podio o che il pubblico ha semplicemente preferito Olly a Giorgia è troppo difficile? Ormai il movimento femminista si è ridotto a macchietta di se stesso. Noi del Podio facciamo spallucce davanti a questa inutile polemice e, anzi, facciamo i complimenti a Carlo Conti per aver spento i monologhi e dato spazio solo alla musica. Bene, bravo, bis!

Ma veniamo alla medaglia d’oro. Questa settimana va a Emmanuel Macron. In evidente difficoltà a casa sua, ha improvvisato due summit per decidere il futuro dell'Ucraina. Il risultato, però, non è stato quello sperato. Non solo i commensali sono andati in ordine sparso perché divisi quasi su tutto ma la mossa del presidente francese ha di fatto dato un'altra batosta alla credibilità dell'Unione europea. Il primo summit, a Parigi, è stato una mini-riunione al cui tavolo erano seduti i vertici di Bruxelles, la Nato, la Gran Bretagna e solo sette Stati membri. E gli altri venti Paesi esclusi? Appena due giorni dopo ha convocato un altro tavolo (virtuale, questa volta) a cui sono stati invitati quelli che mancavano. Ma in nove non sono comunque andati. Un flop, insomma.

Non si lamentino poi se Donald Trump si mette a trattare con Vladimir Putin escludendo Bruxelles. Come può essere presa sul serio l'Europa se non ha la forza di parlare con una voce sola? Peggio di così Macron certo non poteva fare.

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