Alfie Evans, Charlie Gard, Tafida Raqeeb: casi simili al caso di Indi Gregory

Sono troppo numerosi i casi simili a quelli della piccola Indi Gregory: da Alfie Evans ad Archie Battersbee, ecco i più eclatanti e quelli a lieto fine come dimostra la storia di Tafida Raqeeb

Alfie Evans, Charlie Gard, Tafida Raqeeb: casi simili al caso di Indi Gregory

Il governo Meloni lotta contro il tempo per salvare la vita alla piccola Indi Gregory, la bambina inglese di otto mesi affetta da una rara sindrome al Dna mitocondriale per la quale c'era stato il veto dell'Alta Corte inglese di trasferirla al Bambin Gesù di Roma dove avrebbe continuare le cure e a vivere. "La cittadinanza italiana a Indi Gregory è un'ottima notizia ed è encomiabile il Governo Meloni per averla concessa. Accogliere Indi in Italia, accompagnarla nella sua sofferenza e sostenere i genitori è un grande gesto di umanità, sia a livello italiano che internazionale. È una vittoria contro tutte quelle istanze di morte, che vorrebbero invece spingere la nostra società verso il baratro dell'eutanasia e del suicidio assistito trattando come uno scarto chi è debole, troppo anziano, malato o improduttivo", ha dichiarato Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus. Nel recente passato, però, abbiamo registrato altri casi simili a quelli della piccola Gregory.

La storia di Alfie Evans

Molti ricorderanno la lunga battaglia di Alfie Evans, bambino morto quando non aveva nemmeno due anni la notte del 28 aprile 2018. Appena le condizioni del piccolo iniziarono a peggiorare, fu trasferito all'Alder Hey Hospital a Liverpool che dopo averlo preso in cura dichiarò di aver terminato tutte le possibilità per curarlo e si oppose, come nel caso delle ultime ore, di trasferirlo al Bambin Gesù di Roma per nuove cure sperimentali. Da quel momento in poi l'unica speranza era rappresentata dalle macchine che lo tenevano in vita che i medici volevano staccarli ma i genitori portarno il caso in tribunale: la richiesta di trasferimento arrivò fino alla Corte europea per i diritti dell'uomo ma sempre e soltanto respinta. Il Papa, nel frattempo, aveva invitato alla preghiera e l'Italia riuscì a concede la cittadinanza sperando che potesse essere la volta buona per arrivare a Roma. Senza macchine il piccolo riuscì a respirare ma per poco: l'Alta Corte negò pure l'ultimo permesso al trasferimento in Italia (il 24 aprile) e quattro giorni dopo Alfie Evans morirà.

La storia di Charlie Gard

Ancora prima, era il 2017, a commuovere il mondo ci fu la storia di Charlie Gard, nato il 4 agosto 2016 con una rara malattia genetica: la sindrome di deperimento mitocondriale, malattia degenerativa che indebolisce in maniera inesorabile i muscoli. Ricoverato al Great Ormond Street Hospital, i medici affermarono poco tempo dopo che non c'era alcuna cura e nessuna speranza che potesse sopravvivere. I genitori non si diedero per vinti iniziando una lunga battaglia legale sperando di trasferire il piccolo negli Stati Uniti o in Italia, Paesi dove c'era un barlume di speranza ma niente, sia i tribunali inglesi che la Corte di Strasburgo decisero che fosse staccata la spina. "Noi e soprattutto Charlie siamo stati terribilmente abbandonati lungo tutto il processo", dissero i genitori, ringraziando invece la moltitudine di persone comuni, governi e associazioni che gli furono vicini. 11 mesi e 24 giorni, soltanto questa la vita del piccolo Charlie che non riuscì nemmeno a finire i suoi giorni nel letto di casa sua a causa per la bocciatura della richiesta di trasferimento che, invece, avvenne in una clinica inglese per malati terminali.

La storia di Tafida Raqeeb

Una storia a lieto fine, anzi, in pieno svolgimento è quella di Tafida Raqeeb, nata il 9 febbraio 2019 che soltanto a quattro anni, ancora una volta, era stata data senza speranze dai medici inglesi quando fu ricoverata al Royal London Hospital dove a tenerla in vita c'era soltanto un respiratore. Anche in quel caso c'era stata un'enorme pressione per staccare la spina ma la piccola, oggi, è viva e si cura nel nostro Paese all'Ospedale Gaslini di Genova. Papà e mamma di Tafida però non si arresero facendo ricordo all’Alta Corte britannica per trasferire la piccola in Italia e il Gaslini si rese subito disponibile a prendersi cura di lei. A inizio 2020 la notizia più bella: la piccola Tafida, colpita da un aneurisma cerebrale, riuscì a recuperare uscendo dal reparto di rianimazione iniziando la riabilitazione.

"La difesa della vita, in ogni sua fase e condizione, deve appunto essere sempre la priorità di ogni Stato e società civile, degna di questi nomi. Ora speriamo che Indi possa arrivare presto in Italia e che non vi siano altri ostacoli, come invece purtroppo fu per Charlie Gard, a cui non fu concesso di partire per gli Usa dopo aver ricevuto la cittadinanza americana", ha aggiunto Jacopo Coghe.

La storia di Archie Battersbee

Tra gli altri casi che fecero molto discutere e indignare l'opione pubblica c'è anche quello del piccolo Archie Battersbee, un bambino inglese di 12 anni che fu stato trovato impiccato in casa ma ancora in vita. I genitori lottarono fino all'ultimo opponendosi ai medici che decisero contro l'accanimento terapeutico perché, a loro dire, non c'era più nulla da fare.

L'unica concessione della Corte d'Appello fu il rinvio di 24 ore dello spegnimento dei macchinari che lo tenevano in vita. "È ancora vivo, mi ha stretto la mano" disse la madre disperata sfidando tutte le perizie che affermarono l'impossibilità di un risveglio: i macchinari furono spenti il 2 agosto 2022 alle ore 12.

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