Dodici anni di abusi e di torture, questo quanto avrebbe dovuto sopportare una donna di 53 anni, liberata ieri dalla polizia francese durante un blitz all'interno dell'abitazione che condivideva con il marito-padrone. Una storia che ha scioccato la Francia per la sua estrema crudeltà, e che ha varcato i confini nazionali. Sul caso è stata aperta un'inchiesta, gli inquirenti stanno ora cercando di fare chiarezza sulla delicatissima vicenda.
L'orrore a Forbach
Quell'abitazione, sita in avenue Saint-Rémy, nel centro di Forbach, comune francese al confine con la Germania, viene già descritta come una vera e propria casa degli orrori. Dopo aver subito dodici anni di torture, domenica scorsa, la vittima sarebbe riuscita ad entrare in possesso di un telefono e a contattare la polizia per chiedere aiuto. Ad essere allertata è stata la polizia tedesca, dato che i due coniugi sono tedeschi, ma la segnalazione è stata girata ai colleghi francesi. La donna ha raccontato alle forze dell'ordine di essere prigioniera del marito da oltre 12 anni e di aver subito ripetute torture e violenze.
La polizia francese è entrata in azione ieri, lunedì 7 agosto, facendo irruzione all'interno dell'abitazione alle prime luci dell'alba. Lì è stata trovata la 53enne, seminuda, con la testa rasata e chiusa all'interno di una stanza con le finestre bloccate. La stampa francese ha addirittura parlato di un banco di tortura e di un taccuino in cui il marito annotava gli orari in cui dava da mangiare alla consorte. Soccorsa dagli uomini in divisa, la donna è apparsa indebolita e visibilmente denutrita. È stato subito disposto il suo trasferimento presso l'ospedale di Metz.
Quanto al marito, un 55enne disoccupato ex in un'azienda in Germania, è stato arrestato per sequestro di persona, stupro aggravato, atti di tortura e barbarie. Sul caso è stata ovviamente aperta un'inchiesta per cercare di comprendere la situazione e le effettive responsabilità dell'uomo. Ci sono infatti diversi elementi che non convincono gli inquirenti.
I punti bui
Al momento Olivier Glady, il pm incaricato di condurre l'inchiesta invita alla cautela e di aspettare ad usare il termine “sequestro”. Il magistrato, come riportato da L'essentiel, ha precisato che attualmente non sussistono elementi che conformerebbero incontrovertibilmente la versione della donna. Visitata dal personale medico, la 53enne non presenterebbe infatti fratture, piaghe da decubito o lesioni compatibili con le violenze denunciate.
Quanto alle recinzioni trovate nell'appartamento, il marito della donna ha spiegato che queste sarebbero state posizionate per impedire la fuga dei gatti.
Interrogato dagli inquirenti, l'uomo ha dichiarato che la moglie soffriva da tempo di cancro, come riportato dai quotidiani francesi. Se uno scenario simile venisse confermato, è probabile che l'inchiesta si concentrerà sulle condizioni insoddisfacenti con cui veniva curata la malattia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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