La Cina contro la dichiarazione finale del G7: "Piena di arroganza, pregiudizi e menzogne"

Secondo Pechino la dichiarazione finale del G7 è "ha manipolato le questioni legate alla Cina" diffondendo bugie e arroganza

La Cina contro la dichiarazione finale del G7: "Piena di arroganza, pregiudizi e menzogne"
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La Cina ha definito la dichiarazione finale del G7 "piena di arroganza, pregiudizi e menzogne", lasciando intendere che la gestione dei dossier internazionali affrontati durante l'evento tenutosi a Borgo Egnazia, in Italia, non abbia soddisfatto le aspettative di Pechino. I leader del Gruppo dei Sette, del resto, si erano detti "profondamente preoccupati" per il sostegno cinese alla Russia e avevano invitato il Dragone a fare pressione sul Cremlino per convincere Vladimir Putin a ritirare "immediatamente, completamente e incondizionatamente" le proprie truppe dall'Ucraina. Il governo cinese, per bocca del portavoce del ministero degli Esteri, Lin Jian, ha replicato sottolineando come il vertice del G7 abbia "manipolato le questioni che riguardano la Cina".

La risposta della Cina

Nello specifico, la Cina ha reagito alla parte della dichiarazione di fine G7 che la riguardava esplicitamente. "La dichiarazione del vertice del G7 ha ancora una volta manipolato le questioni che riguardano la Cina, con calunnie e attacchi e riproponendo clichè che non hanno base fattuale, nè base giuridica, nè giustificazione morale, e sono pieni di arroganza, pregiudizi e bugie", ha dichiarato lo stesso Lin Jian nel corso di una conferenza stampa.

A dire il vero una prima replicata piccata cinese era già arrivata durante il summit. Hua Chunying, un'altra portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, aveva attaccato i leader del G7 spiegando che i presenti in Puglia stavano sovrastimando la propria importanza sui fatti del mondo. "La Cina è concentrata ad assicurare una vita migliore al suo popolo e contribuire alla pace e sviluppo globale", aveva dichiarato Chunying, replicando alla dichiarazione finale dei Sette.

I funzionari del Dragone hanno più volte affermato che il loro Paese non ha alcun interesse negli affari di altri Stati, "tantomeno a minare la sicurezza e le istituzioni democratiche dei Paesi del G7". "A proposito - aveva quindi concluso la stessa Chunying - forse i leader del G7 dovrebbero migliorare la governance dei propri Paesi per rendere i propri popoli più felici? E anche migliorare le loro relazioni con la maggioranza globale?".

Il dossier cinese affrontato dal G7

Dando un'occhiata al comunicato finale del G7, Pechino è stata citata 28 volte e sempre in negativo. In quali ambiti? Per via del suo sostegno alla "macchina bellica russa" delle "minacce che sta intensificando" nel Mar Cinese Meridionale, per il ruolo di "attore economico ribelle" e molto altro. Il New York Times ha evidenziato "il contrasto" con il ritratto che l'Occidente faceva di Pechino negli anni scorsi, consideraando il Dragone un partner nella lotta ai cambiamenti climatici, al terrorismo ed alla proliferazione nucleare.

Nelle discussioni di questi giorni al G7, la Cina è stata di fatto equiparata alla Russia, l'esito forse naturale del rafforzamento della loro alleanza, della "partnership senza limiti" celebrata da Vladimir Putin e Xi Jinping.

A proposito di Mosca, pare che sia stato proprio il sostegno di Pechino al Cremlino l'elemento nuovo emerso con forza al vertice di Borgo Egnazia. Quello che ha fatto cambiare l'atteggiamento dell'Europa nei confronti della nazione cinese. Da qui la furente replica del Dragone.

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