I punti chiave
La presunta morte di Evgenij Prigozhin apre a scenari fino a qualche mese fa impensabili. Tanto per la Russia di Vladimir Putin quanto, soprattutto, per il futuro del gruppo Wagner, formazione di mercenari della quale lo stesso Prigozhin era a capo. Potremmo assistere a una sorta di effetto domino, o addirittura alla definitiva caduta dell’organizzazione, adesso ancora più a rischio di quando, lo scorso giugno, era saltata la rivolta orchestrata dallo “chef di Putin” contro il Cremlino. Secondo alcune fonti, i combattenti del gruppo che si erano trasferiti in Bielorussia dopo il tentato golpe starebbero adesso addirittura cercando di lasciare il Paese in una fuga improvvisata.
Il futuro del gruppo Wagner
Nello specifico, il sito di informazione bielorusso Gayun ha parlato di un fuggi fuggi generale dopo la morte di Prigozhin. Nell'area del campo Wagner, nel villaggio di Tsel e nel distretto di Osipovichi, in Bielorussia, si starebbero attualmente verificando gravi interruzioni di Internet, ha aggiunto la fonte. In attesa di ulteriori conferme, si possono azzardare soltanto ipotesi. È lecito supporre che l’eventuale fuga dei combattenti Wagner sia dettata dal loro timore di fare la stessa fine di Prigozhin.
Al momento la nebbia è però fittissima e non sappiamo chi sia il mandante della supposta morte del fondatore del gruppo. Nel caso in cui, come sostengono alcuni, la mano dietro all’uccisione dello chef di Putin coincidesse con quella della Russia, allora è possibile che la vendetta del Cremlino possa estendersi all’intera Wagner, o almeno ai suoi uomini di punta.
Nebbia fitta
Da quanto emerso, oltre a Evgenij Prigozhin e al suo braccio destro, il comandante Dmitry Utkin, sull'aereo precipitato era presente anche un altro vice del gruppo Wagner, Valery Chekalov, ex uomo d'affari, associato alle strutture commerciali di Prigozhin e presunto responsabile del servizio di sicurezza della milizia. Tra i passeggeri, sono stati segnalati anche altri membri dell’organizzazikne: Evgenij Makaryan, Alexander Totmin, che avrebbe combattuto in Sudan, Sergej Propustin, lanciatore di granate, e Nikolaj Matuseyev, sul quale non è stato possibile trovare informazioni.
Mandante e cause dell’azione che avrebbe decapitato in un colpo solo il gruppo Wagner sono dunque ancora misteriose. Certo è che la sede del gruppo di San Pietroburgo mostra una croce formata dalle luci accese degli uffici, a simboleggiare il lutto per la scomparsa del capo della milizia e del suo braccio destro Utkin. Le immagini sono state diffuse da diversi medi russi, come Meduza.
"Il leader e fondatore del gruppo Wagner Yevgeny Prigozhin è morto", ha inoltre confermato il canale di Telegram Grey Zone. "Il capo della Wagner, eroe della Russia, un vero patriota della sua Patria Yevgeny Prigozhin è morto a causa delle azioni dei traditori della Russia", ha scritto la Wagner. "Anche all'inferno sarà il migliore! Gloria alla Russia", si è quindi concluso il messaggio.
The Headquarters for the Wagner PMC Group in the Russian City of St. Petersburg is currently lit up like a Cross in “Honor” of Yevgeny Prigozhin, Dmitry Utkin, and other Wagner Leaders who were Killed in a Plane Crash earlier today. pic.twitter.com/eqvrpIcIUd
— OSINTdefender (@sentdefender) August 23, 2023
La morte di Prigozhin
Come ha scritto l’Atlantic Council, per Prigozhin era più facile avvicinarsi a Mosca a giugno che lasciarla ad agosto. Stando ad alcune indiscrezioni l'aereo del fondatore del gruppo sarebbe stato abbattuto dalle difese aeree russe. Poche ore prima dell’incidente aereo, il generale Sergej Surovikin, che presumibilmente, a giugno, aveva una conoscenza anticipata dell'ammutinamento di Wagner (e che non è più stato visto in pubblico da quando si è verificata la rivolta), era stato rimosso dal suo incarico di capo dell'aviazione russa.
Insomma, Putin avrebbe voluto inviare un messaggio a chiunque contemplasse di sfidarlo. In ogni caso, ora sorge una domanda da un milione di dollari: cosa succederà alle attività della Wagner in Russia, Bielorussia, nei Paesi africani e Siria? L'integrazione nell'esercito russo sarà accidentata, poiché molti combattenti dell’organizzazikne sono personalmente fedeli a Prigozhin, e l'affiliazione delle forze armate statali potrebbe generare ulteriori attriti.
Per Ariel Cohen, senior fellow dell’Eurasia Center del richiamato Atlantic Council, il ministro della Difesa russo, Sergej Shoigu, e il generale Valery Gerasimov hanno
vinto questo round della lotta per il potere. Attenzione però, perché la lotta per il potere a Mosca sembra non conoscere fine. Lo avrebbero capito anche i mercenari della Wagner in fuga dalla Bielorussia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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