Commissione Onu sulle donne ai sauditi: è bufera. E Riad risponde con Miss Universo

"Premiato" un Paese noto per la disparità tra i diritti degli uomini e delle donne: l'ira delle associazioni per il clamoroso paradosso

Commissione Onu sulle donne ai sauditi: è bufera. E Riad risponde con Miss Universo
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Per la prima volta nella storia l’Arabia Saudita sarà rappresentata al concorso di Miss Universo: sarà la ventisettenne Rumy al-Qahtani a partecipare alla kermesse di bellezza in programma il prossimo settembre in Messico. Un passo avanti molto importante per Riad, che qualcuno potrebbe aver scambiato per la nuova patria dei diritti delle donne.

L’ambasciatore saudita presso le Nazioni Unite, Abdulaziz Alwasil, è stato infatti eletto presidente della Commissione sullo status delle donne (CSW) dell'Onu, che ha il compito di promuovere i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere. Una scelta piuttosto particolare, per non dire incoerente, considerando che parliamo di un Paese dove le violazioni dei diritti delle donne sono clamorose.

Alwasil è stato eletto all’unanimità dai quarantacinque membri presenti all’assemblea e resterà in carica per almeno due anni. Ma è impossibile sostenere che i risultati ottenuti dall’Arabia Saudita in materia di diritti delle donne siano sufficienti per rispettare il mandato della commissione. Come denunciato da Amnesty International, la Legge sullo statuto della persona entrata in vigore nel 2022 in realtà rafforza la discriminazione di genere in ogni aspetto della vita familiare: dal matrimonio al divorzio, dalla custodia dei figli all’eredità. Inoltre, non protegge le donne dalla violenza di genere. Senza dimenticare la bozza di codice penale, che fornisce garanzie di impunità agli autori dei “crimini d’onore” e non punisce lo stupro coniugale. Stessa drammatica linea per le relazioni omosessuali e extra-coniugali.

Sono tanti gli esempi a disposizione, il più clamoroso è quello di Manahel al-Otaibi. Vittima di sparizione forzata dal novembre 2023, l’attivista per i diritti umani attende il processo davanti al Tribunale penale speciale, ossia il tribunale antiterrorismo dell’Arabia Saudita, per aver pubblicato foto di sé senza l’abaya e per aver “osato” criticare il sistema saudita del tutore maschile. Human Rights Watch ha sottolineato che una donna che lascia la casa coniugale può perdere la custodia del figlio se il "miglior interesse" del bambino, che non è definito, lo richiede.

Louis Charbonneau, direttore di HRW, non ha utilizzato troppi giri di parole: “L’elezione dell’Arabia Saudita a presidente della Commissione delle Nazioni Unite sullo status delle donne mostra uno scioccante disprezzo per i diritti delle donne ovunque.

Un paese che incarcera le donne semplicemente perché difendono i propri diritti non ha alcun diritto di essere il volto del principale forum delle Nazioni Unite per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere”, riporta il Daily Mail.

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