Il Kazakistan si prepara alle elezioni

In Kazakistan è tutto pronto per elezioni locali e legislative del 2023. Che saranno il primo banco di prova dell'appena rieletta presidenza Tokayev. Ecco cosa attendersi

Il Kazakistan si prepara alle elezioni

Il Kazakistan si sta dirigendo alle urne. Per la quarta volta in due anni – considerando il referendum costituzionale e le presidenziali del 2022. Questa domenica, 19 marzo, l'elettorato kazako sarà chiamato a rinnovare la camera bassa del parlamento, il Mäjilis, e le assemblee locali delle diciassette regioni della nazione, i mäslihats.

La presidenza Tokayev ha puntato molto sul doppio appuntamento elettorale, il più competitivo della storia del Kazakistan indipendente, e confida nel successo di Amanat, il partito di cui è espressione, che equivarrebbe ad ottenere una supermaggioranza.

Un appuntamento elettorale importante

I kazaki saranno chiamati a votare in quello che il vice-ministro degli esteri Roman Vassilenko ha definito, a ragione, "uno dei periodi più trasformativi nella storia moderna del paese". La sfida della maturità democratica. La guerra in Ucraina. La riforma della globalizzazione. Il super-arco di crisi dall'Europa centrorientale all'Indo-Pacifico. Le pressioni delle grandi potenze su non allineati e fautori della multivettorialità, come il Kazakistan.

Le parlamentari e le locali avranno luogo sullo sfondo di grandi smottamenti globali, che la presidenza Tokayev ha finora affrontato egregiamente – dall'aumento dell'interscambio energetico con l'euromercato al prossimo lancio dell'Astana International Forum –, ma anche di cambiamenti interni, simbolizzati dalla visione del presidente Kassym-Jomart Tokayev sul "Nuovo Kazakistan" e condensati nella riforma costituzionale del 2022.

I kazaki saranno chiamati, col loro voto, ad approvare o a disapprovare l'operato della presidenza Tokayev e del partito di governo, Amanat, e avranno la possibilità di scegliere da un ventaglio di ben sette partiti (escluso Amanat). Un passo in direzione della costruzione di un sistema multipartitico, uno dei pilastri della visione nazionale di Tokayev, al quale si accompagna un evento senza precedenti: la presenza di 359 autocandidati in gara nei distretti monomandatari.

Un altro evento degno di nota è che il doppio appuntamento elettorale sarà differente, rispetto al passato, anche per ragioni di composizione. Il 38,1% dei candidati nelle liste di partito appartiene, invero, a tre categorie tanto importanti quanto, un tempo, bistrattate: donne, giovani e disabili. Storia dentro la storia.

Un voto decisivo

Vassilenko, nel commentare le incombenti elezioni, ha dichiarato che "finalizzeranno la transizione da un sistema superpresidenziale ad uno con una presidenza forte, un parlamento influente e un governo responsabile". Ed è vero. Il fatto che le legislative e le locali si tengano lo stesso giorno sarà un catalizzatore del processo di riavvio politico del Kazakistan, che, iniziato nel 2019 – con l'insediamento alla presidenza di Tokayev –, a partire dal 2022 – anno della sedizione di gennaio e dell'inizio della guerra in Ucraina – ha subito una velocizzazione straordinaria.

Se l'elettorato kazako dovesse premiare i candidati al Mäjilis e agli mäslihats di Amanat, cui va riconosciuto il merito della storica riforma costituzionale dell'anno scorso, il risultato interno potrebbe effettivamente essere quello di una presidenza più forte, un parlamento ancor più stabile e un insieme di corpi istituzionali, in special modo a livello di distretto, più responsivo alle domande del cittadino

ordinario e più attento ai bisogni e agli interessi degli abitanti delle regioni più lontane dal centro. Il risultato globale, invece, potrebbe essere quello di un influenzamento democratizzante del vicinato centroasiatico.

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