"Passaporti confiscati": così Teheran impedisce alla famiglia dell'attivista uccisa di volare in Ue

Le autorità di Teheran hanno ritirato i passaporti e impedito di uscire dal Paese alla famiglia della giovane morta l'anno scorso in custodia della polizia morale

"Passaporti confiscati": così Teheran impedisce alla famiglia dell'attivista uccisa di volare in Ue
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Non c'è pace per la famiglia di Mahsa Amini, la ventiduenne curda-iraniana morta l'anno scorso mentre era sotto la custodia della polizia morale per avere indossato il velo non correttamente. Secondo quanto reso noto da Radio Farda e l'attivista iraniana in esilio Masih Alinejad, il padre, la madre e il fratello di Amini sono stati fermati questa notte all'aeroporto di Teheran. I parenti della giovane dovevano recarsi in Francia per la cerimonia di assegnazione del Premio Sakharov, in programma il 13 dicembre a Strasburgo: il riconoscimento del Parlamento europeo è stato infatti conferito a Mahsa e al movimento 'Donna, vita, liberta".

Secondo quanto confermato dall'avvocato della famiglia di Mahsa Amini all'AFP, le autorità di Teheran hanno confiscato i passaporti. I cari della giovane sono stati costretti a tornare a casa e dunque a rinunciare alla cerimonia per il ritiro del Premio Sakharov: a ritirare il riconoscimento a loro nome ci sarà l'avvocato Saleh Nikbakht. "Questo atto di paura da parte del regime sottolinea il suo timore per il riconoscimento internazionale del movimento iraniano Donna, Vita e Libertà. L’Occidente deve essere solidale con la lotta del popolo iraniano contro questo regime totalitario", le parole di Masih Alinejad in un post pubblicato su Instagram.

"Le autorità iraniane non sono mai state così impegnate a impedire alle famiglie delle vittime di parlare alla comunità internazionale", ha aggiunto Chirinne Ardakani all'agenzia di stampa transalpina:"Riteniamo che le autorità siano nervose per qualsiasi espressione di sostegno da parte della comunità internazionale". Istituito nel 1988, il Premio Sakharov per la libertà di pensiero viene assegnato annualmente a personalità e organizzazioni che hanno dedicato la loro vita alla difesa dei diritti umani e delle libertà individuali. Negli ultimi anni sono stati premiati, tra gli altri, Ilham Tohti, Aleksei Navalny e il popolo ucraino.

“Il 16 settembre ricorre l’anniversario dell'omicidio di Jina Mahsa Amini in Iran.

Il Parlamento europeo è fiero delle donne coraggiose e audaci che continuano a lottare per l'uguaglianza, la dignità e la libertà in Iran", le parole della presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola annunciando la vincitrice del Premio Sakharov 2023: "Siamo con coloro che, anche dal carcere, continuano a mantenere in vita il movimento “Donna, vita e libertà”. Scegliendole come vincitrici del Premio Sacharov per la libertà di pensiero 2023, questa Camera ricorda la loro lotta e continua a onorare tutte coloro che hanno pagato il prezzo finale per la libertà”.

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