La Tate Britain è una delle gallerie d’arte più amate di Londra ma in questa epoca è difficile non fare i conti con la religione woke. Fino a qualche tempo fa nel ristorante dell’istituzione inglese era possibile osservare, studiare e analizzare lo straordinario murale “The Expedition in Pursuit of Rare Meats” di Rex Whistler, realizzato nel 1927, quando l’artista aveva appena 21 anni. Un’opera che racconta la storia di un viaggio di caccia immaginario attraverso varie epoche e continenti alla ricerca di cibi e bevande esotici. Ma l’accusa di razzismo è sempre dietro l’angolo.
Già nel 2020 erano scattate le proteste di un gruppo di attivisti per alcune scene “denigratorie e angoscianti”. In particolare, è finita nel mirino dei soloni la scena di un bambino nero strappato alla madre e ridotto in schiavitù. E ancora, le caricature di figure cinesi. Nessuno conosceva le reali intenzioni di Whistler, che può essere accusato di tutto ma non di razzismo. Certo, è noto per essere un pittore dallo spirito mordente, particolarmente sensibile alle scioccanti disuguaglianze degli anni Venti. Satira? Denuncia? Certamente qualcosa che non è stato preso in considerazione dalla galassia woke.
Dopo un breve periodo con il disclaimer, la Tate ha deciso di chiudere il salone del ristorante. Poi il tentativo di salvataggio in corner: l’obiettivo è di “contestualizzare” il murale completandolo con un film che intende esplorare“il contesto sociale e politico della Gran Bretagna degli anni Venti”, riporta il Telegraph. In soldoni, si tratta dell’ennesimo assalto al mondo dell’arte in nome di un’ideologia interessata a vendicare le minoranze, tanto da cancellare straordinarie opere dell’Ottocento e del Novecento.
Il prossimo 18 luglio cadrà l’ottantesimo anniversario della morte di Whistler, ucciso in Normandia durante la Seconda guerra mondiale. Sì, perché il pittore “razzista” fu tra gli eroi della battaglia contro i nazisti, loro sì veri razzisti.
Il Museo Salisbury nel Wiltshire ha recentemente aperto una mostra intitolata “Rex Whistler: The Artist and His Patrons”, che durerà fino al 29 settembre. “Dovremmo stare attenti a censurare o distruggere l’arte che non si adatta ai nostri valori del ventunesimo secolo”, afferma il direttore del museo Adrian Green. Impossibile dargli torto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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