Saltata la rete di sicurezza iraniana: così Israele ha ucciso Ismail Haniyeh

Pochi dettagli sul raid a Teheran. La Repubblica islamica si trincera nel silenzio: a rischio, ora, c'è la sua reputazione regionale.

Saltata la rete di sicurezza iraniana: così Israele ha ucciso Ismail  Haniyeh
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Da Teheran filtrano ancora poche notizie sulle modalità del raid che ha ucciso il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh. Al momento, le uniche certezze riguardano l'orario del blitz, avvenuto intorno alle 2.00 di notte, mentre si trovava in una residenza per veterani di guerra. Lo riferiscono i media di Stato iraniani rilanciati dai media regionali e internazionali. Nour News ha riportato che l'edificio è stato colpito da un "proiettile aereo" e che "sono in corso ulteriori indagini per determinare i dettagli di questa operazione terroristica", secondo Reuters.

L'altra notizia, non verificata, è che il missile usato per uccidere il leader di Hamas non è stato lanciato dall'interno dell'Iran ma dall'estero. Lo riporta il media libanese pro-Hezbollah al Mayadeen, citando una fonte iraniana. Al momento solo ipotesi su come Tel Aviv, che ancora non rivendica la paternità dell'operazione, abbia potutto intercettare il pezzo da novanta di Hamas, in un momento in cui il regime iraniano era in stato di massima allerta, in occasione dell'insediamento di Masoud Pezeshkian. Difficile ma non impossibile, vista la concitazione del momento e le migliaia di immagini che stavano facendo il giro del mondo. Dopo il raid, poi, il buio. Ma come ricorda Guido Olimpio dalle pagine del Corriere della Sera, il Mossad ha una lunga storia di omicidi mirati all’interno della Repubblica Islamica. Operazioni iniziate fin dai primi anni 2000 e attuate con ogni tipo di mezzo, che hanno il duplice scopo di colpire il bersaglio e umiliare Teheran e il suo apparato di sicurezza.

Il colpo, tuttavia, avrebbe potuto essere perfino duplice. Il leader della Jihad islamica palestinese, Ziad Nakhla, pare fosse ospite dello stesso dormitorio dove si trovava il capo di Hamas al momento del raid missilistico a Teheran. Lo riporta l'agenzia di stampa iraniana che ha rivelato alcuni dettagli dell'assassinio. L'agenzia ha riferito che il segretario generale del movimento, e la delegazione che lo accompagnava, si trovavano su un altro piano dell'edificio preso di mira. Nelle prime ore della mattinata, la Guardia rivoluzionaria iraniana ha annunciato l'uccisione di Haniyeh e di un membro della sua squadra a Teheran dopo che il loro luogo di residenza era stato colpito. L'emittente israeliana Channel 12, citata dal Times of Israel, ha poi precisato che Nakhaleh è sopravvissuto. Secondo le notizie riportate dall'emittente, Nakhaleh non sarebbe però stato un obiettivo.

In attesa di ulteriori dettagli, gli effetti del raid sono chiarissimi: non solo uccidere i leader nel mirino, ma umiliare Teheran. La Repubblica islamica che si candida da anni a regina del Medio Oriente, che arma Houthi ed Hezbollah, che spedisce droni alla Russia per la guerra in Ucraina, che tende perfino la mano ad Hamas soprassedendo sullo scisma islamico, ora vive il pubblico ludibrio fra i suoi partner. Un luogo insicuro, che non ha saputo porteggere almeno due pezzi da novanta della lotta politica ed esistenziale per il Medio Oriente. Il tutto, poi, avvenuto nel bel mezzo dei festeggiamenti per il neopresidente, il che aggrava la posizione iraniana in ore che avrebbero dovuto avere il sapore e la dignità di un nuovo corso.

Invece, ora i media dimenticano l'insediamento del sedicente moderato Pezeshkian, per ospitare la notizia della grande falla nel sistema. Le Guardie parlano il minimo necessario, i media riferiscono comunicati succinti: si tratta della stessa nazione che pochi mesi fa ha perso il presidente Raisi a bordo di un relitto volante.

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