Il salto globale della Cina: il piano di Xi per frenare gli Usa

L’obiettivo della Cina è chiaro: raggiungere un’influenza mondiale che rispecchi il suo status di grande potenza

Il salto globale della Cina: il piano di Xi per frenare gli Usa
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Alleanze economiche e diplomatiche, iniziative congiunte e cooperazioni nei più svariati settori. Gli sforzi della Cina per espandere la propria presenza a livello globale procedono a gonfie vele e trovano terreno fertile in ogni angolo del pianeta. L’obiettivo di Pechino è chiaro: raggiungere un’influenza mondiale in grado di rispecchiarne lo status di grande potenza assunto nel corso degli ultimi due decenni. Il Dragone sta quindi gettando le basi di un nuovo ordine internazionale parallelo all’attuale e modellando a sua immagine l’ambiente al di fuori dei confini nazionali. Lo sta facendo, ed è questo l’aspetto più rilevante, mediante modalità inedite, silenziose e talvolta sorprendenti.

Il piano della Cina

Il Washington Post ha scritto un articolo nel quale ha misurato l'ampiezza delle ambizioni della Cina, passando in rassegna i Paesi in cui Pechino sta costruendo con successo la propria influenza e quelli dove, al contrario, ha incontrato difficoltà.

Un buon punto di partenza per raccontare questo quadro potrebbe coincidere con l’Indonesia, dove si sono registrati accelerati sforzi cinesi per utilizzare le proprie aziende e istituti scolastici come un braccio della diplomazia. Quando sono stati introdotti per la prima volta nel 2016, i programmi di formazione professionale erano una componente dell’iniziativa cinese Belt and Road. I seminari Luban, finanziati e diretti dalla Cina, si sono in seguito allargati a 25 nazioni, a conferma della volontà del presidente cinese Xi Jinping di estendere il soft power nazionale, soprattutto nel sud del mondo. La sensazione è che Pechino voglia incrementare la propria influenza tra le comunità etnico-cinesi nel sud-est asiatico, così da ottenere sostegno per le ambizioni geopolitiche.

Altro giro, altra corsa. Il Wp ha parlato delle conseguenze dell’accordo di polizia della Cina con le Fiji e di come Pechino intenderebbe proiettare i suoi poteri di polizia all’estero. Il gigante asiatico sperava che le Fiji diventassero un modello per il Pacifico, ma i Fijiani si sono inaspriti per alcune azioni della polizia, tanto che l’anno scorso le autorità cinesi non sono riuscite a stringere un ampio patto di sicurezza con 10 nazioni insulari del Pacifico.

Influenza e soft power

In Serbia, la Cina ha costruito un enorme database di informazioni genetiche provenienti da tutto il mondo per diventare leader nella biotecnologia entro il 2035. Ricordiamo che queste informazioni sono l’ingrediente base di una rivoluzione scientifica che potrebbe produrre migliaia di nuovi farmaci e cure. In America Latina, invece, l’Honduras ha deciso di stabilire relazioni diplomatiche con la Repubblica Popolare Cinese, rompendo i suoi legami con Taiwan.

Un altro esempio della crescita dell’influenza globale della Cina si trova a Kingston, in Giamaica, sede della International Seabed Authority, un’agenzia delle Nazioni Unite responsabile della regolamentazione dell’estrazione mineraria in acque profonde. Ebbene, Pechino sta svolgendo un ruolo enorme in questa nuova industria, compreso influenzare le regole relative al rilevamento del fondale marino.

Questo potrebbe consentire al Dragone di dominare l’industria dei metalli rari che sarà cruciale per la tecnologia di prossima generazione con applicazioni militari e civili.

Vicende del genere sono soltanto la punta di un iceberg enorme che, si badi bene, non comprende soltanto gli accordi stretti lungo la Via della Seta.

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