Camera con vista F-35: così una famiglia cinese spiava i caccia Usa dall'hotel

Secondo gli 007 svizzeri, la famiglia Wang lavorerebbe per i servizi segreti cinesi e avrebbe acquistato un albergo vicino all'aeroporto militare di Meiringen per spiare i caccia statunitensi

Camera con vista F-35: così una famiglia cinese spiava i caccia Usa dall'hotel
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Dalla Svizzera arriva una storia misteriosa che coinvolge i caccia F-35 di produzione americana, l’aeroporto militare di Meiringen e una famiglia cinese. Nel 2018, i signori Wang e il figlio David hanno acquistato un hotel-ristorante accanto alla pista di atterraggio per i velivoli militari, il Gasthof Rössli. Alla fine dell’estate del 2023, marito e moglie sono stati portati via dalla polizia svizzera e sono iniziate a circolare voci di spionaggio.

La storia è stata ricostruita dal quotidiano svizzero Tages-Anzeiger e rilanciata da diversi media elvetici. I Wang hanno comprato l’albergo per 800mila franchi ritagliandosi un posto nella pittoresca località di Unterbäch, vero e proprio paradiso per sciatori e appassionati di escursioni. Quello che all’apparenza poteva sembrare un investimento intelligente, però, nasconderebbe ben altro. I coniugi cinesi, infatti, si sono assicurati una “camera con vista” sulla struttura che ospiterà i 36 jet che il governo di Berna ha voluto acquistare per sostituite gli obsoleti F/A-18 Hornet. Gli aerei da guerra non sono ancora stati consegnati, ma un esemplare è già stato visto a Meiringen nel 2019 e Pechino manifesta da tempo interesse per il velivolo.

Gli 007 svizzeri hanno impiegato diverso tempo per collegare la presenza di quella famiglia cinese all’aeroporto militare. Come testimoniato dagli abitanti di Unterbäch, infatti, i Wang hanno fatto di tutto per passare inosservati e vestire i panni degli insospettabili ristoratori. Il servizio di informazione della Confederazione (Src) li ha tenuti d’occhio per circa un anno, prima di inviare la polizia cantonale bernese a fare irruzione nel Gasthof Rössli e portarli via in manette. Le autorità hanno anche scoperto che i tre erano privi di permesso di soggiorno. Come riportano i media svizzeri, la famiglia ha lasciato il Paese e l’albergo è tornato in vendita. Secondo le autorità elvetiche, dunque, l’acquisto della struttura sarebbe stata parte di un’operazione di ampio respiro senza preoccupazione di tempo o costi. Il “bersaglio”, l’aeroporto di Meiringen, è inoltre un obiettivo facile da tenere d’occhio, poiché è facilmente accessibile.

Intervistato da un giornalista di Tages-Anzeiger, il figlio della presunta coppia ha negato le accuse, definendole “fake news” e sottolineando che la famiglia ha intenzione di tornare in Svizzera e al Rössli.

Nella vicenda è intervenuto anche l’esperto di geopolitica Ralph Weber, secondo cui non sarebbe sorprendente se la vicenda fosse effettivamente un caso di spionaggio, visto che “la Repubblica popolare cinese gestisce diversi servizi di intelligence civili e militari estremamente attivi in tutto il mondo”. E tra i principali interessi di Pechino vi è tutto ciò che ha a che fare con gli Stati Uniti, il suo principale avversario.

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