La strategia aerea di Israele: "toc toc" al tetto prima di far partire i missili

Per minimizzare le vittime civili l'esercito israeliano informa la popolazione della Striscia di Gaza prima di sferrare un attacco. Telefonate, volantini e, di recente, anche i missili (non armati) sui tetti per dare un avvertimento, pochi minuti prima dell'attacco vero e proprio. Ma le associazioni che difendono i diritti umani protestano

La strategia aerea di Israele: "toc toc" al tetto prima di far partire i missili
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Israele è in guerra. Oltre alla mobilitazione dei riservisti, 300mila dei quali sono stati già inviati a Sud, vicino a Gaza, pronti per entrare via terra nella Striscia in attesa che scatti l'ordine del governo, la Difesa israeliana è già molto attiva con le forze aeree. Perché è anche dal cielo, come spesso avviene, che si deciderà la partita. Può sembrare sinistro ma per minimizzare le vittime civili Israele ha pensato di ricorrere a una tattica: "bussare al tetto" per avvertire che sta per arrivare un bombardamento.

Non è una novità, come ricorda un articolo della Cnn. È stata già usata a partire dal 2009 e poi più ampiamente nel 2014, nel corso dell'operazione Protective Edge. Si avvisano i civili e, dopo aver dato loro il tempo minimo necessario per mettersi in salvo, si passa all'azione aprendo il fuoco. Si badi bene, non è mai preciso al 100%, come del resto non può mai essere precisa al 100%. Chi difende i diritti umani ha già puntato il dito diverse volte contro Israele, e non solo, perché questa condotta sarebbe molto pericolosa. "Lanciare un missile contro un'abitazione civile non può essere un 'avvertimento' efficace", tuona Amnesty International. "È una violazione delle convenzioni di Ginevra, si prendono di mira i civili", ribadisce il Centro Al Mezan per i diritti umani.

Il "toc toc" può arrivare anche con delle telefonate mirate o il lancio di volantini, con cui gli abitanti di un determinato edificio (o quartiere) vengono avvisati dell'imminente attacco. In passato gli israeliani sono anche penetrati nei segnali tv e radio per lanciare i loro avvertimenti. Quando questo non può avvenire l'informazione viene recapitata in modo più brusco, lanciando un missile non armato contro il tetto di un edificio. Il colpo si sente ma di solito non causa vittime. O troppe vittime.

Ma quanto tempo passa tra il missile di avvertimento e l'attacco vero e proprio? Non c'è una una regola precisa. Può trascorrere un minuto, o qualcosa di più. A volte anche qualche ora. Dipende dalle circostanze. Il "bussare al tetto" può essere visto, per certi versi, come la sirena antiaerea. Un video diffuso dall'agenzia di stampa Watania mostra gli effetti di uno di questi missili "disarmati" che arriva a destinazione, sul tetto di un palazzo. Si alza un gran polverone e il forte movimento di alcune tende, dalle finestre, fa capire il forte spostamento d'aria che c'è stato. Dopo un quarto d'ora circa arrivano due missili - stavolta con l'esplosivo - che mandano in frantumi la facciata dello stabile.

Uno dei problemi più gravi, purtroppo, è che i civili che vivono nella Striscia di Gaza spesso non hanno un luogo dove fuggire per mettersi al riparo. Oppure cercano riparo in un luogo poco adatto, magari poco lontano da dove arriveranno i missili, con tutti i rischi che ne conseguono. Si può morire facilmente anche per le schegge di metallo o altri materiali che volano impazzite nell'aria dopo un bombardamento e che si conficcano, come proiettili, nei corpi delle persone.

C'è da dire anche questo: mentre vengono spesi milioni di dollari per le armi e costruire tunnel cercando di infiltrare i terroristi in Israele, poco o niente viene destinato alla protezione dei cittadini, lasciati in prima fila come potenziali scudi umani. E spesso i famigerati tunnel partono proprio dagli scantinati delle case.

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