Baby gang profana statua padre Pio: il video choc

La denuncia del sindaco Montanaro: "Questo non è solo un gesto di maleducazione, ma un segnale allarmante di un vuoto di valori che non possiamo ignorare"

Baby gang profana statua padre Pio: il video choc
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È grande la rabbia a Baiano, in provincia di Avellino. Nelle ultime ore è diventato virale un video realizzato nella piazza della località campana che immortala un gruppo di giovani mentre profana la statua di Padre Pio. Dopo aver scavalcato una recinzione, i componenti della baby gang si sono arrampicati sul monumento, compiendo gesti irrispettosi nei confronti di una delle figure religiose più amate dalla comunità.

"Indignazione e vergogna" il primo commento del sindaco Enrico Montanaro: "Abbiamo appena visto un video che ci ha lasciato senza parole: un gruppo di ragazzini che, con totale mancanza di rispetto, profanano la statua di Padre Pio in piazza, scavalcandola e sedendosi sopra come fosse un semplice arredo urbano. Questo non è solo un gesto di maleducazione, ma un segnale allarmante di un vuoto di valori che non possiamo ignorare. Dove sono il rispetto, l’educazione, il senso del sacro? È inaccettabile che simboli della nostra fede e della nostra cultura vengano trattati con tale superficialità".

Il primo cittadino di Baiano ha rivolto un appello ai genitori dei ragazzini responsabili del gesto, affinchè "facciano capire ai propri figli la gravità di un gesto del genere". Montanaro ha inoltre annunciato l'introduzione di nuove misure di sicurezza, con l'installazione di nuove telecamere sia in piazza F. Napoletano che in Villa Comunale, "al fine di evitare che episodi del genere possano ripetersi".

Il dibattito in rete è rovente. Il deputato Francesco Emilio Borrelli ha definito la profanazione della statua di Padre Pio “un gesto inqualificabile frutto di una sub-cultura che caratterizza sempre più spesso l'agire di tanti giovanissimi inebriati dalla violenza, da una profonda ignoranza e da un degrado morale preoccupanti”.

Anche l’esponente di Avs ha chiamato in causa i genitori dei responsabili, che “non possono chiamarsi fuori dal disastro sociale che stanno producendo”: “Le responsabilità devono ricadere anche su di loro perché di certo non è tollerabile che le evidenti incapacità genitoriali vengano pagate dall'intera comunità".

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