Cinque anni esatti dopo, Genova non si è assolutamente dimenticata ma - al tempo stesso - non si è nemmeno minimamente fermata. La tragedia del crollo del ponte Morandi ha colpito un'intera comunità: alle ore 11.36 quarantatré vite furono spezzate e più di cinquecento residenti furono costretti a essere sfollati da degli edifici troppo vicini al viadotto che vennero successivamente demoliti prima dell'esplosione dei piloni rimasti in piedi. Poi, la rapidissima ricostruzione. Merito (per quanto non esclusivo) di un sindaco di Genova che ebbe modo di gestire l'intero dossier e di bruciare tutte le tappe burocratiche intermedie grazie allo strumento della manifestazione di interesse che ha così consentito di superare la gara d’appalto tradizionale. Nominato Commissario straordinario il 4 ottobre 2018, Marco Bucci completò il percorso di rinascita genovese il 3 agosto 2020 con l'inaugurazione ufficiale del nuovo Ponte San Giorgio: nasce il "modello Genova".
Osservando il Ponte da molto vicino, la sensazione che si prova è quella di un brivido che ti avvolge senza che si abbia la minima possibilità quasi di riprendere fiato. In attesa di un memoriale ufficiale che renda omaggio a tutte le vittime, il dramma viene visivamente ricordato con la "Passerella 14 agosto 2018": si tratta di un passaggio pedonale che collega via Perlasca a via Trenta giugno 1960 e che dà modo di potere guardare interamente la nuova infrastruttura che sovrasta il torrente Polcevera. Per quasi due anni è mancato il principale asse stradale tra il centro-levante di Genova, il porto container di Voltri-Pra', l'aeroporto Cristoforo Colombo e le aree industriali del capoluogo ligure. Le deviazioni sia in entrata sia in uscita della A10 nello svincolo di Genova Aeroporto hanno provocato grossi problemi alla circolazione urbana.
Sulla passerella colpiscono fortemente due foto che commemorano tre delle quarantatré vittime di Genova. Da una parte c'è Luigi Matti Altadonna, dall’altra ci sono Marjus Djerri e Admir Bokrina (detto Edy). Oltre alle due corone di fiori, sopra le due immagini le bandiere di Italia e Albania si sfiorano una con l'altra a ogni folata di vento che arriva sul Polcevera. Il ricordo del crollo del Ponte Morandi passa quindi anche dalle due barriere verdi laterali che delimitano il passaggio pedonale: su una di queste è appoggiato un cartello con al centro il numero 43 in rosso, incorniciato dalla scritta "14 agosto 2018, mai dimenticare". Ed è proprio quello che intende fare l'intera comunità genovese: non scordarsi per niente quello che è capitato a delle innocenti persone che non ci sono più e contribuire a rendere più sicure tutte le opere e le strade sulle quali viaggiamo.
La ripartenza è stata tutt'altro che semplice, soprattutto per il quartiere Sampierdarena e gran parte del Municipio V (quello del Valpolcevera). I commercianti hanno dovuto fare i conti con due eventi tragici arrivato uno dietro l’altro: prima il Ponte Morandi e poi il Covid. Nel complesso, sono stati quasi quattro anni di restrizioni: o per cause logistiche o per motivi pandemici. Il combinato disposto tra due fatti di natura diversa ha modificato il tessuto sociale del quartiere Certosa, tra negozi che hanno chiuso o che sono passati in gestione a extracomunitari. Grazie ai tanti murales che campeggiano sui palazzi e i non pochi turisti che affollano le vie della bassa Valpolcevera, si ha come la sensazione che questa periferia, nonostante le problematiche che inevitabilmente ancora si riscontrano, stia comunque ripartendo. Il 2023 è, di fatto, il primo anno solare intero in cui si sono ultimate tutte le riaperture socioeconomiche.
Tiziana, una mamma molto cortese e appassionata della storia di Genova, si offre da volontaria come mini-guida al racconto di questa zona periferica. La incontriamo nella "Radura della Memoria", un'area sottostante al nuovo viadotto che è diventata uno spazio aggregativo destinato soprattutto ai bambini. Ci si imbatte inevitabilmente mentre si passeggia tra i quartieri Sampierdarena e Certosa. "Qua abbiamo tutto: negozi, ristoranti, scuole, piscine, biblioteche, cinema. La tragedia del Morandi ha perlomeno dato la possibilità ai nostri figli di potere utilizzare questo spazio ludico che mancava". E in effetti, per un osservatore esterno, c'è da rimanere incantati dalla presenza di numerosi luoghi culturali e di svago in questa porzione di territorio. Tiziana indica quali sono, secondo lei, gli elementi che ancora oggi mancano per completare la riqualificazione del municipio: per esempio, aumentare gli spazi verdi e i presìdi per la sicurezza nelle vie, specialmente di sera. "La ricostruzione del Ponte è stato un toccasana per tutta la città - sottolinea -. Noi genovesi abbiamo dimostrato in questa circostanza di sapere reagire".
Ed è proprio nel senso di portare a termine il rinnovamento urbano che si muovono le attività del nuovo Centro di prossimità e Officina della Cura all’interno della Casa di Quartiere a Certosa, ubicato in via Piombino. Il progetto StarTappe, ci raccontano, è nato con lo scopo di favorire percorsi di inclusione socio lavorativa e lavorativa per tutta la cittadinanza, con particolare riferimento a persone svantaggiate con fragilità e vulnerabilità sociali e disoccupate. Due squadre di manutenzione che operano per le piccole riparazioni, la pulizia integrativa e la co-gestione di spazi e beni pubblici.
Il modo migliore per aiutare coloro che sono in difficoltà, prendersi cura della propria città e anche ricordare autenticamente, allo stesso tempo, i morti del Ponte Morandi. Con la speranza, sostengono i residenti incontrati, che questa tragedia non venga vissuta collettivamente soltanto ogni 14 agosto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.