"Investite in oro", ma è una truffa: ecco come funzionava il raggiro

Nella rete sarebbero cadute circa 5 mila persone: dal 2019 a oggi le somme raccolte ammontano a oltre 60 milioni di euro

"Investite in oro", ma è una truffa: ecco come funzionava il raggiro
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Sarebbero cinque mila le vittime del raggiro scoperto dal Nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza di Milano, che ha arrestato cinque persone (uno in carcere e quattro ai domiciliari) con l'accusa di associazione per delinquere, abusivismo finanziario e truffa. L'operazione ha portato al sequestro preventivo di circa 23 milioni di euro. Secondo quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle, il gruppo finito in manette avrebbe promosso l'acquisto di oro da investimento e il contestuale deposito del metallo prezioso in un'altra società "in cambio di un tasso di remunerazione fisso del 4% mensile (48% annuo), derivante da presunti investimenti nel settore farmaceutico, in realtà mai effettuati".

Per quanto concerne i responsabili, mancano all'appello altre due persone, anche loro destinatarie della misura cautelare firmata dalla procura di Milano. I truffatori avrebbero portato avanti il raggiro attraverso il passaparola e l'attività promozionale attraverso profili social, una strategia che avrebbe permesso di attrarre nuovi potenziali investitori. I numeri sono impressionanti: come rimarcato dal procuratore Marcello Viola, dal 2019 ad oggi le somme raccolte ammontano a oltre 60 milioni di euro, ma solo il 15 per cento è stato destinato all'effettivo acquisto di oro fisico, mentre la restante parte è stata impiegata per remunerare i primi clienti aderenti al sistema nonché per finalità diverse rispetto al mandato ricevuto, come ad esempio il pagamento di compensi agli ideatori della frode. Il classico schema Ponzi.

Per disincentivare le richieste di restituzione del capitale e di ritiro delle rendite maturate, i truffatori proponevano ai clienti l'iscrizione a un'associazione culturale, a seguito della quale i tesserati avrebbero avuto accesso a vantaggi riservati, pagando con una valuta convenzionale, una sorta di

criptovaluta, spendibile in una rete di negozi convenzionati della filiera del lusso. 131 lingotti d'oro - valore 800 mila euro - di proprietà di uno dei componenti dell'associazione sono stati sottoposti a sequestro amministrativo.

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