Si era a quanto pare innamorata di un parroco e lo avrebbe perseguitato per anni, tempestandolo di telefonate e messaggi d'amore e seguendolo anche nelle varie città nelle quali il prelato si era nel frattempo fatto trasferire pur di allontanarsi. Protagonista della vicenda in questione è una donna di 72 anni di origini belghe, finita a processo con l'accusa di stalking nei confronti di un sacerdote di 55 anni. Stando a quanto riportato da Today, tutto è iniziato nel 2015 a Padova, quando il prete officiava presso la Basilica di Sant'Antonio. In un'occasione la donna gli confidò di essere malata e di avere pochi mesi di vita e riuscì così ad ottenere il suo numero di telefono per ricevere conforto spirituale. Da quel momento però, per il prete sarebbe iniziata una situazione infernale: la parrocchiana avrebbe cominciato presto ad inviargli messaggi ambigui, ai quali lui aveva risposto chiedendole di interrompere ogni contatto.
Nonostante il rifiuto, la parrocchiana non avrebbe mai smesso ed avrebbe continuato a contattarlo, cambiando numero di telefono. Ed alzando progressivamente il tiro fra telefonate continue, appostamenti fuori dalla parrocchia e dichiarazioni d’amore non corrisposte, fino a costrigerlo a chiedere il trasferimento in un'altra parrocchia a qualche centinaio di chilometri di distanza. Ma il quadro non sarebbe cambiato nemmeno dopo essersi spostato a Bologna, in quanto la donna sarebbe presto riuscita a rintracciarlo ed avrebbe ripreso ad inviargli decine di messaggi al giorno. Di più: sentendosi respinta, lo avrebbe a quanto pare accusato di violenza sessuale, denunciandolo alle autorità ed accusandolo anche sui social. Accuse rivelatesi false e successivamente archiviate, ma che hanno contribuito ad esacerbare ulteriormente la situazione. Fino a quando tre anni fa, ancora in fuga dalla sua persecutrice, il parroco si era fatto trasferire a Genova, in una parrocchia nel quartiere di Albaro.
L'uomo aveva nel frattempo già provveduto a denunciare la donna, la quale era stata così sottoposta alla misura cautelare del divieto di avvicinamento (poi sostituito dall’obbligo di dimora a Verona, doveva aveva all'epoca la residenza). Nemmeno quest'ultimo provvedimento avrebbe tuttavia avuto effetto, in quanto anche in questo caso la settantaduenne lo avrebbe rintracciato e raggiunto: gli avrebbe telefonato decine di volte ogni giorno ed avrebbe chiesto con insistenza di poterlo vedere.
La donna si sarebbe nel frattempo trasferita in Germania, ma il processo si aprirà a quanto pare a breve: fra i testimoni figurerebbe tra l'altro anche l'arcivescovo di Genova, Marco Tasca, oltre a diversi parroci e le perpetue della parrocchia che avrebbero assistito a quanto subìto dal sacerdote. E a breve potrebbero esserci ulteriori sviluppi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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