"Reintrodurre il fiorino per far crescere l'economia locale". La mozione del consigliere comunale

A Firenze un consigliere comunale del gruppo misto ha presentato una mozione che impegna l'amministrazione Pd a reintrodurre il fiorino, coniando una nuova versione della storica valuta rinascimentale fiorentina da affiancare all'euro. "Un modo per far rinascere il territorio e l'economia"

Un fiorino coniato a Firenze nel '400
Un fiorino coniato a Firenze nel '400
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In una scena iconica del film "Non ci resta che piangere", Massimo Troisi e Roberto Benigni si vedevano chiedere un fiorino per poter attraversare il confine dell'allora Signoria fiorentina. Ma la moneta utilizzata in Toscana ai tempi dei Medici dovrebbe tornare in vigore ("aggiornata") in un futuro non lontano, accanto all'euro. O questo, almeno, è quel che chiede ufficialmente Andrea Asciuti, consigliere comunale del gruppo misto nel capoluogo della Toscana, per un progetto che potrebbe essere poi applicato in tutta Italia. Un'iniziativa che presenterà domani alle 20 in un bar del centro storico fiorentino, insieme allo scrittore Cosimo Massaro. Nel frattempo, Asciuti ha annunciato di aver già presentato una mozione sull'argomento, che dovrebbe essere discussa e votata in una delle prossime sedute del consiglio comunale. Un atto che impegna l'amministrazione Pd ad attivarsi per aprire un ufficio apposito per gestire la coniatura delle monete metalliche oppure la stampa delle “note comunali complementari”, denominate appunto “fiorini”. L'ufficio dovrà gestirne anche la convertibilità con un apposito banco di cambio.

Il "vecchio" nuovo conio non andrebbe a sostituire l'euro, quanto piuttosto ad affiancarlo: la nuova valuta dovrà avere secondo Asciuti e Massaro un tasso di convertibilità del 100% con la moneta vigente, in uno scambio alla pari in cui un fiorino equivarrà ad un euro. Per una proposta non esente da significati simbolici attinti dal passato. "Perché il fiorino? Perché il fiorino fu il mezzo che permise ai fiorentini di dominare il mondo negli scambi commerciali. E, di conseguenza, di finanziare il Rinascimento - ha spiegato Asciuti, in una nota - permise ai Medici di affermarsi nel quadro europeo. Parliamo di sovranità monetaria. È una battaglia soprattutto culturale". Un concetto rafforzato da Massaro: a suo dire, una doppia circolazione monetaria, trasportata eventualmente su scala nazionale, permetterebbe anche allo Stato (tramite gli enti locali) di rafforzare le proprie prerogative in termini di sovranità monetaria e di poter contare su nuove risorse.

“Gli Stati non esercitano più una vera sovranità monetaria e non riescono più ad economizzare la ricchezza di una Nazione. L’euro è una "moneta privata" e nessun ministro dell’economia può fare manovre davvero espansive, perché manca il denaro nell’economia reale - ha commentato lo scrittore - come Stato potremmo fare, da subito, una doppia circolazione monetaria. Se lo Stato non ha la forza politica per farlo, allora facendo la sua parte potrebbe farlo un Comune. Abbiamo pochi euro? Bene, allora non li facciamo circolare, evitando così il drenaggio monetario verso una territorialità esterna, e facciamo invece circolare il fiorino. Il Comune crea un conto di convertibilità dove poter convertire gli euro in fiorini e i fiorini emessi andranno ad alimentare l’economia territoriale.

Sfruttando soprattutto la velocità di circolazione monetaria, dato che la moneta ha la caratteristica di essere un bene a valore ripetuto: si rigenera ad ogni scambio creando così nuova ricchezza”.

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