Roma, arrestato l'uomo che ha truffato la troupe di Suburra

Il 64enne, già stato destinatario di una misura cautelare emessa nel gennaio scorso, dovrà rispondere di diverse accuse

Roma, arrestato l'uomo che ha truffato la troupe di Suburra

I carabinieri del Nucleo investigativo del Gruppo di Ostia (Roma) hanno arrestato, su delega della Direzione distrettuale antimafia, un cittadino italiano di 64 anni. L'arrestato, noto per essere vicino ai clan malavitosi Spada e Fasciani - che da anni terrorizzano abitanti e attività del litorale romano - dovrà difendersi dalle accuse di estorsione, truffa, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e occupazione abusiva di immobili. L'indagato, dopo il blitz dei militari dell'Arma, è stato sottoposto agli arresti domiciliari.

I precedenti

Secondo quanto riportato da alcuni quotidiani il 64enne, già destinatario in passato di una misura cautelare per aver occupato e affittato locali dell'Ater - Azienda territoriale per l'edilizia residenziale del comune di Roma - ad alcuni gruppi criminali (che occultavano poi al loro interno armi e droga), vanta un curriculum di tutto rispetto negli ambienti malavitosi: in passato l'uomo infatti avrebbe minacciato e successivamente massacrato un ragazzo con un coltello e una sedia in metallo solamente perché quest'ultimo pretendeva - giustamente - di essere retribuito per un lavoro svolto. Le minacce e il ferimento del giovane inoltre sarebbero avvenuti in pieno giorno, davanti a diversi testimoni oculari del fatto, segno evidente che l'uomo voleva mostrare a tutti la sua ferocia. Per questi motivi fra i reati contestati compare anche l'aggravante del metodo mafioso.

La truffa alla casa cinematografica della serie tv Suburra

Fra le vittime dell'uomo ci sarebbe anche la casa cinematografica produttrice della nota serie televisiva "Suburra", una fiction liberamente ispirata all'omonimo romanzo, andata in onda fra il 2017 e il 2020 e ambientata proprio sul litorale di Ostia.

Alcune scene della serie sarebbero state realizzate in locali Ater forniti dal truffatore e per i quali l'uomo avrebbe intascato un compenso di 9mila euro, pur non avendone naturalmente alcun titolo non essendo vero il proprietario degli immobili. Secondo quanto accertato dagli investigatori il 64enne si comportava come il vero proprietario poiché disponeva delle chiavi con le quali apriva le porte dei locali, che poi faceva visitare ai componenti della troupe.

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