È stato scarcerato dopo 33 anni di reclusione il 58enne Beniamino Zuncheddu, l'allevatore sardo finito dietro le sbarre per la strage di Sinnai (8 gennaio 1991) in cui vennero uccisi tre pastori. L'uomo, che ha sempre professato la propria innocenza, ha potuto riabbracciare i suoi cari, dopo che la Corte d'appello di Roma ha deciso di accogliere la richiesta di sospensione dell'esecuzione della pena inoltrata dal suo legale difensore, l'avvocato Marco Trogu.
In attesa del processo di revisione
Nel corso della giornata odierna, Zuncheddu ha lasciato il carcere di Uta (Cagliari), dove si trovava detenuto, e ha trovato ad attenderlo una piccola folla. Prima fra tutti, la sorella Augusta. Per il 58enne, infatti, si era mossa tutta Burcei, località d'origine dell'allevatore. A prodigarsi per lui, anche il sindaco della cittadina, Simone Monni. Nel corso degli anni sono state fatte manifestazioni e presidi, anche dinanzi il tribunale di Cagliari. A seguire con attenzione il caso, anche la Garante regionale delle persone private della libertà personale Irene Testa.
Zuncheddu è quindi tornato in libertà accompagnato da sentiti applausi e anche fuochi d'artificio. Per l'uomo sarebbe stata preparata anche una festa. "Funti tottus po dui", gli avrebbe detto uno dei suoi concittadini, come riportato da Agi, ossia "Sono tutti per te". A dare il bentornato al 58enne anche il primo cittadino Monni, che indossava la fascia tricolore. "Beniamino ses po nosu unu beru eroi bruceresu", recitava uno degli striscioni allestiti per l'uomo, ovvero: "Sei per noi un vero eroe di Burcei".
Insomma, per molti Zuncheddu sarebbe innocente, un uomo detenuto ingiustamente per ben 33 anni dietro le sbarre del carcere. L'allevatore aveva ricevuto una condanna all'ergastolo. "È una grande gioia. Lo sto aspettando qui nel salone parrocchiale e arriverà accompagnato da tutta la popolazione",ha dichiarato il parroco don Giuseppe Pisano.
Cosa è cambiato
Ma come mai la Corte d'Appello di Roma ha deciso di sospendere la pena, come richiesto dalla difesa? Le cose sono cambiate lo scorso 14 novembre, quando, durante un'udienza, è stato ascoltato Luigi Pinna. Essendo l'unico sopravvissuto alla strage del '91, Pinna è considerato un testimone chiave.
Va detto che nel corso degli anni Luigi Pinna ha fornito diverse versione, in alcune accusando Zuncheddu, poi finito in prigione. Nel corso dell'ultima udienza, il testimone ha prima parlato di un uomo dal volto scoperto, poi ha cambiato racconto, descrivendo un soggetto che aveva il volto nascosto da una calza.
Ci sarebbe poi una nuova prova, ottenuta grazie alle intercettazioni ambientali e telefoniche, oltre a delle informazioni fornite da un ex agente di polizia che aveva seguito il caso. Grazie a tutto questo materiale, la Corte d'Appello di Roma ha disposto la scarcerazione. Secondo i giudici, "l'inattendibilità delle dichiarazioni di Pinna, nell'ambito del presente giudizio di revisione, ha fatto venir meno la 'prova diretta' che la Corte di Assise di Appello di Cagliari ha posto a fondamento della pronuncia di colpevolezza dell'imputato".
Attesa per dicembre
La pena nei confronti del 58enne è stata dunque sospesa, e ora non resta che attendere la sentenza definitiva, fissata per la metà del mese di dicembre. "Sono molto contento di lasciare il carcere dopo quasi 33 anni che sono stati lunghissimi", ha dichiarato Zuncheddu, comprensibilmente spaesato dalla ritrovata libertà.
"Non so cosa farò per prima cosa: ora sto pensando alla libertà e a non tornare mai più in cella. Aspetto il giorno della sentenza per arrivare a quella verità che ho sempre dichiarato e chiesto", ha concluso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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