Vicenza, indagini sulla badante-killer: avrebbe ucciso almeno quattro anziani con mix di farmaci

Oltre all'accusa di aver ucciso una donna di oltre 80 anni somministrando una dose letale di farmaci, la badante avrebbe tentato altri omicidi tra cui quello del compagno: cosa rischiano i farmacisti

Vicenza, indagini sulla badante-killer: avrebbe ucciso almeno quattro anziani con mix di farmaci
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Si allarga a macchia d'olio l'inchiesta su Paola Pettinà, la donna di 46 anni definita come presunta badante-killer visto che su di lei pende l'accusa di aver ucciso una donna di 81 anni, Imelda Stevan e aver tentato almeno altri quattro omicidi. La donna è stata arrestata mercoledì 18 dicembre sorpresa all'uscita di una farmacia dove aveva appena acquistato lo Xanax, uno dei farmaci che somministrava agli anziani in quantità eccessive assieme ad altri medicinali quali Tavor, Lorazepam e Trittico. Secondo le accuse, la donna avrebbe adescato alcuni anziani sui social che sarebbero stati derubati dei loro gioielli e poi rivenduti nella provincia di Vicenza.

Scena muta davanti al gip

Per adesso, l'unica certezza riguarda le mancate risposte al gip, Marco Mantovani, da parte della donna che si spacciava come operatrice socio-sanitaria nell'udienza delle scorse ore di convalida del suo arresto nel carcere di Montorio (Verona). La Procura sta indagando sui fatti e nelle prossime ore sicuramente si avranno nuove risposte a molti interrogativi che riguardano i tentati omicidi, almeno altri tre-quattro, sempre ai danni di persone anziane che venivano assistiti dalla badante. Oltre a tutto questo sembra anche che la Pettinà avrebbe tentato di avvelenare il compagno con cui viveva. Le accuse riguardano anche altri reati quali autoriciclaggio, spaccio e rapina aggravata.

È soprattutto lo Xanax che la badante avrebbe utilizzato in quantità industriale arrivando a somministrare anche 100 gocce al giorno ai pazienti che aveva in cura: cifre del genere provocano overdose oltre a numerosi effetti collaterali con ricoveri d'urgenza per i malcapitati anziani. Per adesso rimane sconosciuto il movente per cui avrebbe agito in questa maniera. "Forse ho esagerato con le benzodiazepine, ma vedevo gli anziani agitati, non volevo far loro del male", avrebbe detto mercoledì ai carabinieri nel momento dell'arresto. La donna, in pochi mesi, sarebbe riuscita ad acquistare addirittura oltre 270 confezioni di Xanax.

Cosa rischiano i farmacisti

Non sono esenti da colpe nemmeno i farmacisti che hanno rifornito la presunta che adesso richiano di essere indagati dalla Procura di Vicenza per spaccio di sostanze stupefacenti: è questa la notizia che hanno fornito fonti vicino agli inquirenti sul filone di indagini parallelo da parte del Nucleo investigativo dei carabinieri di Vicenza sulla 46enne, ex commessa e profumiera. Sempre secondo le prime informazioni, la donna si riforniva di importanti dose di benzodiazepine e trazodone che poi avrebbe somministrato in maniera scriterariata alle povere vittime.

Per queste ragioni, i militari del Nas hanno stanno verificando se i medicinali acquistati dalla donna negli esercizi commerciali arrivano dai normali canali di approvvigionamento e se i farmacisti abbiano rispettato o meno le prescrizioni mediche.

Se ciò non fosse avvenuto, i titolari o dipendenti delle farmacie rischiano di essere iscritti sul registro degli indagati con ipotesi di spaccio di droga perché dal mese di marzo del 2024 le sostanze stordenti rientrano nelle tabelle ministeriali delle sostanze stupefacenti e psicotrope allegate al "Testo unico stupefacenti".

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