La pista dei trafficanti, lo zio che conosce i sequestratori: i sospetti sulla scomparsa di Kata

Secondo gli inquirenti, lo zio di Kataleya Alvarez potrebbe essere a conoscenza dell'identità dei sequestratori della bambina, ma avrebbe fin qui fornito a chi indaga tutte le informazioni delle quali sarebbe in possesso. Si apre anche la pista dei trafficanti di esseri umani

La pista dei trafficanti, lo zio che conosce i sequestratori: i sospetti sulla scomparsa di Kata
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Gli inquirenti sospettano che Abel Alvarez Vasquez sappia chi abbia effettivamente rapito sua nipote Kataleya Alvarez. E che al momento di testimoniare, abbia omesso alcuni dettagli potenzialmente decisivi (per un sospetto che starebbe iniziando ad attanagliare anche la madre della piccola, secondo quanto riportato dal quotidiano La Nazione). La bimba scomparsa potrebbe poi trovarsi all'estero, mentre il "capo" dell'Hotel Astor (finito in carcere insieme allo zio di Kata) ha a sua volta accusato di aggressione il cittadino ecuadoregno che aveva denunciato di esser stato costretto a gettarsi dal primo piano dell'immobile per sfuggire al pestaggio. Questi gli ultimi sviluppi legati al rapimento della bimba di cinque anni che viveva nell'ex-albergo occupato di Firenze. A quasi due mesi dalla sua sparizione, le indagini hanno ripreso quota su più piani paralleli.

Nei giorni scorsi, le forze dell'ordine avevano arrestato Vasquez insieme a Carlos Palomino (considerato il "padrino" dell'Astor, ovvero colui che controllava il "racket degli affitti") e ad altri due cittadini stranieri. E il personaggio-chiave potrebbe essere proprio lo zio di Kata, fermato anche alla luce del ruolo che avrebbe avuto nella gestione del racket. Sotto la lente d'ingrandimento è tornato il "caso" dello straniero originario dell'Ecuador che lo scorso maggio si gettò da una delle finestre dell'Astor, a suo dire per evitare di essere aggredito da un gruppo di sudamericani (fra i quali spiccavano Abel e Carlos) armati di bastoni ed oggetti contundenti. Un'ipotesi che Palomino sarebbe pronto a smentire: per il quotidiano Il Tirreno, l'uomo dirà a chi indaga di essere a sua volta stato minacciato dall'ecuadoregno. Secondo gli investigatori inoltre, lo zio di Kata era il "braccio destro" di Carlos: lo avrebbe accompagnato più volte anche a chiedere il "pizzo" agli occupanti, con una camera che poteva costare a quanto pare sino a mille euro.

Si sospetta fin dall'inizio dell'inchiesta che Kataleya possa esser stata sequestrata per ritorsione nei confronti di Abel. L'omertà che avrebbero tuttavia mostrato sin dall'inizio i potenziali testimoni continuerebbe però a rallentare il lavoro della magistratura. E se qualche giorno fa la procura aveva richiesto ed ottenuto anche il sequestro dei cellulari dei genitori di Kata (che risultano al momento non indagati) chi indaga ipotizza come detto che lo zio della bambina non abbia raccontato proprio tutto. Ma che fine ha fatto la piccola? Tanti i dubbi, pochissime le certezze.

Stando a quanto riporta stamani Il Messaggero, il sequestratore potrebbe averla portata fuori dall'Italia per rivenderla ai trafficanti di essere umani. Sulla faccenda starebbe indagando da tempo anche l'Interpol. Ma a quanto pare, la soluzione del mistero sarebbe da ricercare in quanto avvenuto all'interno dell'Astor. Sul finire della scorsa primavera.

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