I punti chiave
Sono tanti i dubbi che restano sul giallo di Liliana Resinovich. Ma quello principale resta la data della morte. Lilly è infatti scomparsa da Trieste il 14 dicembre 2021, venendo ritrovata il 5 gennaio successivo nel boschetto situato nei pressi dell’ex ospedale psichiatrico. Addosso al corpo gli stessi abiti del giorno della sua scomparsa, puliti, integri. È morta il giorno della sua scomparsa oppure a ridosso del ritrovamento? Si è suicidata oppure ha avuto un malore, o ancora qualcuno l’ha sequestrata e uccisa?
Il nodo delle temperature
L’autopsia e la consulenza medico-legale hanno stabilito dettagli molto precisi sul cadavere di Liliana. La ricrescita pilifera era minima, il corpo non presentava lesioni né segni di congelamento. Non era stato attaccato dai piccoli predatori del boschetto, né dagli insetti che di solito sono attirati da un corpo senza vita. Però al tempo stesso sulla consulenza è presente un dato errato, ovvero che nel periodo dell’assenza di Lilly, le temperature a Trieste fossero più alte della media stagionale e comprese tra 8 e 11°C.
Il meteorologo Andrea Giuliacci, intervistato da Quarto Grado, ha affermato che in quel periodo dell’anno le temperature a Trieste erano sì sopra lo 0, ma comprese tra una media massima di 8,6 e una media minima di 4,9°C. E ha aggiunto che nel boschetto potrebbe aver fatto ancor più freddo, soprattutto restando a contatto con il terreno nelle notti di cielo stellato, quando le temperature si abbassano notevolmente. “All’interno di una città, tra un’area boschiva e un’area cementificata ci può essere una differenza anche importante in termini di temperatura”, ha spiegato il meteorologo. La differenza di temperatura può arrivare a 4°C.
La borsa
A Quarto Grado è stata mostrata per la prima volta la foto della borsa nera rinvenuta accanto al cadavere di Lilly. Conteneva solo le chiavi di riserva, una bottiglietta d’acqua, un paio di occhiali da sole e una mascherina.
Il dettaglio importante è che quella borsa è la stessa inquadrata dalle telecamere di sorveglianza in giro per Trieste il 14 dicembre 2021. Non solo: su essa ci sono esclusivamente tracce biologiche di Lilly, avvalorando così la tesi del suicidio.
Due uomini contro
Continuano le schermaglie tra il marito di Liliana, Sebastiano Visintin, che da sempre chiede a gran voce che la memoria della moglie sia rispettata, e il sedicente amante Claudio Sterpin.
Claudio continua ad affermare che il corpo di Lilly sia stato congelato e poi portato nel boschetto a ridosso del giorno del ritrovamento. E reclama il diritto alla verità. “Sarò l’ultimo ad accusare chicchessia - ha spiegato a Quarto Grado - La mia logica mi porta a dire che lei non può essersi suicidata, ma io non ho mai voluto avere dubbi su nessuno. Sebastiano è uno come tutti, siamo stati implicati tutti. Io sono la vittima numero 2. Il marito è il numero 1, mi metto dietro al marito. Non parlo della vittima morta, parlo delle vittime vive”.
Sebastiano, dal canto suo, continua a negare che tra la moglie e Sterpin ci possa essere stata una relazione: “Sono cose nella sua mente, nella sua fantasia. Non ci sono prove di quello che sta dicendo. Sono cose che lui sta buttando su Liliana… delle cose incredibili. Liliana ha bisogno di essere lasciata in pace. Che messaggi ci sono sul telefonino? Cam, pin, tap. Io parlo di messaggi espliciti: ‘Voglio venire a vivere con te’, ‘Ti voglio bene’. È un amante immaginario, che solo lui sa. Dice queste cose tremende, anche se fossero vere. Quando dice: ‘Venivamo qua, si sedeva sulle mie ginocchia, ci baciavamo’. Ultimamente: ‘Facevamo l’idromassaggio assieme’. Guarda Claudio, fai schifo”.
Ma Claudio è lapidario: “Sebastiano continua a tenere la testa sotto la sabbia, Il suo matrimonio
era finito da qualche anno”. E c’è chi pensa, all’interno dell’opinione pubblica, che forse in questo contrasto si potrebbe trovare la chiave tra un presunto suicidio o un malore legato allo stress.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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