L'orrore sulla neonata pestata dal patrigno: ora Mario Franchini chiede l'abbreviato

L'episodio nell'ottobre 2022 a Casarile, nel milanese. La piccola di 9 mesi fu stesa sul fasciatoio, strattonata e colpita più volte dal patrigno con violenza tale da fratturarsi in più punti: sulla testa, sulle costole, sulle gambe

L'orrore sulla neonata pestata dal patrigno: ora Mario Franchini chiede l'abbreviato

Stesa sul fasciatoio, strattonata e colpita più volte. Il corpicino è stato percosso con tale violenza da fratturarsi in più punti: sulla testa, sulle costole, sulle gambe. Aveva lividi sul collo e sul torace e si trovava in "pre-arresto cardiaco". Si è salvata per miracolo, grazie al provvidenziale arrivo in casa della nonna che ha chiamato il 118 e all'intervento dei medici dell'ospedale Papa Giovanni XIII, la bimba di soli 9 mesi che ha subito la furia cieca del compagno della madre. L'episodio è avvenuto lo scorso ottobre in un condominio a Casarile, nel milanese. Il movente, ancora da chiarire. Ma secondo la procura i motivi sono futili: la bambina piangeva e doveva essere cambiata.

Chiesto il rito abbreviato

Oggi il 28enne Mario Franchini ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato – che consente lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna – condizionato a una perizia sulle lesioni. Il gip di Pavia Pasquale Villani ha fissato l'udienza per il prossimo 6 luglio e quel giorno deciderà se accogliere la richiesta avanzata dai legali dell'uomo, gli avvocati Solange Marchignoli e Luca D'Auria. Franchini è in carcere da allora con l'accusa di tentato omicidio pluriaggravato: dall'avere agito “per futili motivi”, contro una persona convivente e anche minore di 18 anni.

Le accuse

Nel capo di imputazione si legge che l'uomo, dopo averla posizionata sul fasciatoio in posizione supina per cambiarla, “le schiacciava con forza e le comprimeva con la mano aperta il capo e il collo contro il fasciatoio (lasciando evidenti segni rossi delle dita tra le scapole e il collo), la percuoteva più volte con forza sul torace a mano aperta e con le unghie, la strattonava ripetutamente prendendola per le braccia e facendole sbattere la testa e poi la rimetteva nella culla senza avvertire i soccorsi, producendo atti diretti in modo non equivoco a provocarne la morte, non riuscendo nell'intento per cause esterne alla sua volontà (l'arrivo della nonna, ndr)”.

In questo modo la bambina riportava “frattura cranica, fratture costali multiple, contusione al polmone destro e sinistro, frattura di omero e radio sinistro, ecchimosi a collo e torace, che determinavano uno stato di letargia e bradicardia con pre-arresto cardiaco”.

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