Non ce l'ha fatta Giorgio Falcetto: muore il medico aggredito con un'accetta

Il 76enne è spirato nonostante un intervento d'urgenza in neurochirurgia a cui era stato sottoposto nella mattinata di martedì

Non ce l'ha fatta Giorgio Falcetto: muore il medico aggredito con un'accetta

Non ce l'ha fatta Giorgio Falcetto, il medico di 76 anni colpito con un'accetta durante un'aggressione subita nella mattinata di martedì 13 dicembre. L'uomo, che si trovava in coma farmacologico a seguito di un delicato intervento in neurochirurgia a cui era stato sottoposto al San Raffaele di Milano nel disperato tentativo di salvargli la vita, è spirato nella serata di oggi.

I fatti

Il dottor Falcetto era stato assalito nel parcheggio del Policlinico San Donato. Colpito con un'accetta alla testa, il 76enne era stato trasportato d'urgenza al San Raffaele di Milano, giungendovi in condizioni disperate. L'intervento chirurgico è purtroppo risultato vano. Nato e residente a Biella, si era laureato in Medicina nel 1970, specializzandosi in chirurgia nel 1976 e poi proseguendo il percorso di formazione in chirurgia troncopolmonare nel 1989 e in chirurgia vascolare nel 1994. A lungo aveva svolto la propria professione nell'ospedale di Biella.

L'aggressore, un cittadino italiano di 62 anni con qualche precedente, era stato indentificato dai Carabinieri poche ore dopo l'episodio: i militari, che lo avevano rintracciato nel comune di Rozzano, dove risiede, hanno provveduto al suo arresto.

Le indagini

L'aggressore durante l'interrogatorio avrebbe detto di essere stato un paziente del dottor Falcetto. Una tesi, questa, che non sembrerebbe confermata dopo l'analisi della specifica documentazione sanitaria effettuata dagli inquirenti.

"Ero stato suo paziente in passato, ma le cure che mi aveva prescritto non andavano bene e mi hanno fatto stare male", ha dichiarato il 62enne nel corso dell'interrogatorio avvenuto nella serata di ieri all'interno della caserma di San Donato Milanese, secondo quanto riportato da Agi. Ciò nonostante, tuttavia, l'aggressione sarebbe arrivata al culmine di una banale discussione nata a seguito di un sinistro. "Ho urtato per sbaglio in retromarcia la sua auto parcheggiata", ha rivelato l'omicida. "Lui è uscito e abbiamo iniziato a discutere. Poi non ci ho capito più nulla e l'ho colpito", ha aggiunto.

L'arma del delitto è stata rinvenuta in tarda serata durante la perquisizione dell'appartamento di Rozzano effettuata

dagli stessi carabinieri. Le indagini sono coordinate dal pm di turno Giovanni Polizzi, che ha inoltrato al gip la richiesta di convalida del fermo nonché l'applicazione della misura cautelare in carcere.

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