
Le ultime immagini di "Rambo", il soprannome del 61enne Roberto Bolzoni, risalgono alle ore 18.15 di domenica 16 febbraio sono state riprese dalle telecamere del centro scommesse Snai di via Vignati 8, a Lodi che lo riprendono in compagnia di due persone. Da quello che si vede i tre si conoscono bene, e frequentano ogni giorno il centro scommesse.
Si conoscevano
Ma non solo, le indagini hanno scoperto che abitano anche nello stesso quartiere di San Fereolo, a circa un chilometro di distanza l'uno dall'altro. Poi i tre escono dal centro e vanno verso la Volkswagen Golf di Bolzoni e insieme salgono a bordo. È l'ultima volta che l'uomo viene visto vivo. Poi verrà ritrovato senza vita proprio in quell'auto, dalla moglie il 18 di febbraio in piazza Omegna.
Le indagini
Ora secondo quando ricostruito dalla procura di Lodi, ad ucciderli sarebbero stati proprio quei due uomini saliti in auto con lui, Roberto Zuccotti, disoccupato di 48 anni, e Andrea Gianì, di 28 anni, rispettivamente zio e nipote, da stanotte in carcere con l'accusa di omicidio volontario. Sempre secondo quanto emerso, i due vivrebbero insieme da tempo e avrebbero chiesto un passaggio a "Rambo" per poi ucciderlo. Il movente è ancora sconosciuto ma tra i tre non ci sarebbero stati dissapori. L'omicidio sarebbe avvenuto in piazza Omegna e uno dei due, armato di coltello, lo avrebbe colpito ripetutamente, mentre l’altro lo teneva fermo.
A darne conferma anche le tracce di sangue ritrovate nell'auto dai Ris di Parma, che si stanno occupando delle indagini, che mostrano come sia stato ucciso all'interno dell'abitacolo, anche se non è ancora chiara l'esatta dinamica dell'aggressione. Ulteriori indizi di quello che rimane ancora un "mistero", soprattutto sul movente, sono gli oggetti personali della vittima che era priva dei suoi gioielli. Non si trova una collanina d’oro, un anello con un leone e la fede, oltre all’arma del delitto, le chiavi dell’auto e il cellulare. I carabinieri per questo stnno intensificando le ricerche controllando anche gli appartamenti degli indagati e le telecamere del quartiere San Fereolo.
L'autopsia
È stata effettuata oggi l'autopsia sul cadavere di Roberto Bolzoni da cui la cosa più evidente è risultato l'impeto. L'uomo sarebbe infatti morto per le 35 coltellate inferte tra domenica scorsa e lunedì. La salma, a esame autoptico effettuato, non è stata restituita alla famiglia perché "si ritiene opportuno repertare ulteriori tracce evidenziate sul corpo" come ha fatto sapere il procuratore Laura Pedio. Si conferma, intanto, che l'uomo è stato ammazzato con un coltello di piccole dimensioni.
Il depistaggio
I due uomini, che sono stati fermati in nottata, hanno provato a lavare al meglio le loro scarpe sulle quali i tamponi eseguiti dai carabinieri hanno trovato la presenza di sangue umano. Un lavaggio che, però, non ha evitato la scoperta, estremamente importante, secondo gli inquirenti.
La convalida del fermo
Dovrebbe tenersi tra lunedì e martedì la convalida del fermo dei due indagati, che sono già stati Interrogati in carcere dal dal procuratore di Lodi, Laura Pedio. Lo zio 48enne si è avvalso della facoltà di non rispondere mentre invece il nipote ha giustificato alcuni suoi comportamenti, senza mai ammettere il coinvolgimento della vicenda.
Nonostante questo, gli investigatori vanno avanti con le indagini e si dicono fiduciosi che ulteriori prove, oltre le scarpe, come il riesame delle immagini delle telecamere di sicurezza e le analisi complete e irripetibili sull'auto della vittima, possano fare luce su tutti gli aspetti del caso ancora oscuri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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