Tre prostitute uccise in poche ore a Roma. È caccia al serial killer

A Prati uccise due escort cinesi. E a poche centinaia di metri una trans colombiana.

Tre prostitute uccise in poche ore a Roma. È caccia al serial killer

Roma. Tre omicidi in meno di due ore, paura nella capitale. È caccia al serial killer che ieri mattina, dopo aver massacrato di coltellate due donne cinesi a Prati, avrebbe commesso il terzo delitto. Vittime due prostitute asiatiche in via Augusto Riboty 28, a pochi passi dal Tribunale di piazzale Clodio, e una 65enne colombiana, Marta Castan Torres, in via Durazzo 38, al «Delle Vittorie». Stessa arma, un coltello dalla lama lunga e affilata, stesso quartiere, Prati, a poche decine di minuti di distanza l'uno dall'altro. Identico il contesto in cui agisce l'assassino, il mondo della prostituzione.


A scoprire il primo delitto, alle 10,40 di ieri, un'inquilina che dal piano terra sale le scale per andare a stendere il bucato. Completamente nuda, la donna, sulla quarantina, era stesa sul pianerottolo del primo piano in un lago di sangue. È il custode a telefonare al 112 e quando le volanti arrivano sul posto, all'interno del bilocale gli agenti scoprono il secondo cadavere, una giovane, anche lei cinese, riversa a terra. Sul torace numerosi colpi di coltello. In casa non ci sono i documenti delle due che, per ore, restano senza nome. L'omicida, dopo aver ucciso la prima prostituta, si sarebbe scagliato contro l'altra donna. La poveretta cerca di fuggire ma, appena fuori dall'appartamento, viene raggiunta e uccisa. Nel palazzo nessuno si sarebbe accorto di nulla. Per il medico legale le due sono morte in pochi secondi: le coltellate, al petto e all'addome, sono tutte letali. Iniziano i rilievi della scientifica, gli uomini della squadra mobile interrogano possibili testimoni, vengono sequestrate le riprese delle telecamere piazzate in strada. È passato mezzogiorno, la zona viene chiusa al traffico, davanti al portone c'è una folla di cronisti e curiosi.


Alle 13 l'intervento per una terza vittima, poco più in là, in un seminterrato a meno di un chilometro di distanza. È la sorella della sudamericana, trans, a fare la macabra scoperta. Riversa sul pavimento una 65enne, anche lei prostituta. «Qui di notte c'è un via vai di uomini - raccontano i residenti -, stanno al telefono poi qualcuno apre il portone ed entrano. Ne abbiamo parlato in assemblea condominiale, non ne possiamo più». Stessa storia per l'alloggio in via Riboty dove le due cittadine cinesi, che lo dividevano con dei connazionali, ricevevano i clienti. Uno di loro, probabilmente un habitué, è l'assassino. La polizia sta analizzando, difatti, il traffico telefonico sui cellulari delle vittime per risalire all'ultimo appuntamento delle due. Bocche cucite sulle tracce lasciate in casa dall'assassino.
Importante è stabilire l'ora esatta degli omicidi per fare una «scrematura» delle (tante) persone riprese dalle videocamere sulle due strade. Non solo. Gli inquirenti starebbero lavorando anche su una rosa di sospetti, pregiudicati già coinvolti in fatti di sangue in cui le vittime sono tutte straniere. Tanto da verificare l'alibi di alcuni, come del killer di una 40enne cinese, Xiao Zhu Wu, una massaggiatrice scomparsa e poi ritrovata sgozzata e fatta a pezzi sulla spiaggia di Capocotta nel lontano 2001. Giuseppe Nastasi, all'epoca 40enne, nel 2002 viene condannato a 30 anni di carcere per omicidio volontario aggravato.

Ma le sue condizioni mentali, è uno psicopatico borderline molto violento, lo rimettono in libertà. Si punta a una personalità come quella di Donato Bilancia, il serial killer delle prostitute morto recentemente, condannato a 13 ergastoli per 17 delitti.

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