C’è un luogo dove la tecnologia più elementare è un miraggio e i cellulari sono un optional. In questo luogo, infatti, la copertura telefonica va e viene. E nella migliore delle ipotesi è comunque debolissima.
Un vero e proprio paradiso per chi ha bisogno di staccare con il tran-tran quotidiano e ritrovare la calma perduta. Un incubo, invece, per chi è costretto ad abitarci 365 giorni l’anno e si sente confinato nel passato. Il posto di cui vi stiamo parlando, che sembrerebbe chissà quanto lontano, in realtà è dietro l’angolo. Si tratta dell’Emilia-Romagna. Non tutta per carità, ma il problema interessa comunque ben trentasette località: Civago, Gova, Roncolo, Spigone, Legoreccio, Santo Stefano, Montepiano, Casalecchio, Mazzalasino e via dicendo. Realtà piccole e periferiche che sembrano non interessare a nessuno.
Come racconta Libero, infatti, a nulla sono serviti reclami e proteste che in questi anni si sono succeduti senza soluzione di continuità. D’altronde, appunta senza stupore il quotidiano diretto da Vittorio Feltri, la giunta regionale guidata dal Dem Stefano Bonaccini (che punta alla riconferma del mandato) è nota per essere Bologna-centrica. A pungolare il governatore sulla questione c’è il consigliere regionale leghista Gabriele Delmonte. “L’assenza di segnale o una copertura troppo debole – denuncia – sono fattori che limitano fortemente le attività economiche, che in questo modo vanno incontro inevitabilmente a gravi perdite. Per non parlare dell’importanza della telefonia durante le situazioni di emergenza”.
In effetti, sembra proprio che la copertura troppo debole o assente in passato abbia intralciato e ritardato la segnalazione di incidenti, frane e calamità varie, mettendo a rischio l’incolumità pubblica. “Com’è possibile – si domanda poi Delmonte – vivere serenamente in zone in cui è pressoché impossibile mettersi in contatto con nonni, genitori e figli?”.
“In molte abitazioni, se le famiglie non avessero l’abbonamento alla tivù satellitare, non si riuscirebbe a vedere nemmeno la televisione”.La richiesta, quindi, è che il governatore si metta una mano sulla coscienza, stringendo “ulteriori accordi con le aziende proprietarie delle linee telefoniche per incentivarle a installare altri ripetitori”.
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