Così il clan Lo Russo chiedeva il pizzo ai commercianti

"Teniamo troppi carcerati da mantenere", così il clan Lo Russo chiedeva 5mila euro al mese ai commercianti

Così il clan Lo Russo chiedeva il pizzo ai commercianti

"Da oggi in poi qua comandiamo noi", queste sono statele parole rivolte a un noto panettiere titolare di vari negozi tra Napoli e provincia. E dato che comandano loro, "per stare tranquillo" l'uomo è stato costretto a pagare ogni fine mese ben 3mila euro.

Una tassa sui suoi guadagni. Per quale motivo? Così da "contribuire alle mesate per le mogli dei carcerati", vale a dire un'offerta per il loro sostentamento. È solo uno dei tanti episodi documentati che accadono a Miano, Chiaiano, Piscinola e Marianella di Napoli. I carabinieri della Compagnia Vomero proprio ieri hanno notificato ben otto provvedimenti di fermo emessi dalla Dda, la direzione distrettuale antimafia. Destinati ad altrettanti presunti emissari di un gruppo malavitoso ritenuto dagli inquirenti una "sotto articolazione del clan Lo Russo", storico sodalizio camorristico presente nella città di Napoli con forti interessi in particolare nel quartiere Miano. Solo un paio d'anni fa sono stati arrestati in una maxi-retata oltre 30 membri.

Ma non finisce qui. I cosiddetti "emissari" dopo tre mesi in cui ogni fine mese si recavano dal negoziante per riscuotere i tre mila euro hanno deciso di aumentare la tassa: da 3 a 5mila euro. Il perché? "Teniamo troppi carcerati da mantenere", è stata la spiegazione data all'uomo. Oltre alla quota fissa di 5mila euro, al commerciante è stato anche chiesto di aggiungere "10 centesimi per ogni chilo di pane venduto" altrimenti sarebbe stato estromesso "dal giro del pane" in favore del clan. I destinatari delle notifiche sono persone ritenute dalla Procura di Napoli come soggetti di elevato spessore criminale.

Alcuni già membri del clan Lo Russo, altri giovani leve. Ad aver presentato la denuncia è stata una delle vittime al quale venivano richiesti 7mila euro mensili. Incapace di sostenere la spesa ha deciso di denunciare ai carabinieri.

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