"Abbiamo usato i migranti per ricattare l'Italia"

Un trafficante pentito racconta come funziona la rete che gestisce i migranti, chi ne è a capo e l’entità dei guadagni

"Abbiamo usato i migranti per ricattare l'Italia"

Per la prima volta un trafficante di esseri umani ha deciso di pentirsi e di parlare con la procura di Palermo. Ai pm ha raccontato come funziona la rete che gestisce i migranti, chi ne è a capo e l’entità dei guadagni. Inoltre, ha rivelato che a volte si è deciso "di far partire relitti troppo carichi per provocare una strage". E questo per lanciare un monito all’Italia e all’Europa: schierate le vostre navi per soccorrerli o altri affogheranno.

Un cinico ricatto sulla pelle dei naufraghi. A rivelarlo è il settimanale "L’Espresso" nel numero in edicola domani 29 maggio. Il trafficante è stato arrestato un anno fa dalla polizia durante l’operazione "Glauco 1". L’inchiesta della procura guidata da Franco Lo Voi punta al capo dell’organizzazione, Ermias, un etiope che da anni vive vicino a Tripoli. Si cerca anche la cassaforte dell’organizzazione dove, ogni mese, vengono depositati decine di milioni di dollari.

E che si troverebbe a Dubai. Secondo i calcoli degli inquirenti, scrive ancora "l’Espresso", i 41 mila migranti sbarcati da gennaio in Italia hanno garantito ai clan di trafficanti un incasso superiore ai 50 milioni di euro.

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