Adesso il papa fa dimettere pure monsignor Gänswein?

Papa Francesco ha "commissariato" il coro della Cappella Sistina, ridimensionando l'incarico di Gänswein, ma potrebbe essere solo la prima mossa

Adesso il papa fa dimettere pure monsignor Gänswein?

Monsignor Georg Gänswein era uno dei responsabili del coro della Cappella Sistina, ma da ieri non lo è più. Papa Francesco ha deciso di commissariare - per così dire - il complesso corale del Vaticano, annettendolo all'Ufficio delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice.

Ieri è stata una una giornata cruciale: con due lettere apostoliche, in forma di Motu proprio, quindi con effetto esecutivo, Bergoglio ha soppresso la Pontificia commissione Ecclesia Dei, voluta da Giovanni Paolo II e riformata da Benedetto XVI, fondamentale per la dialettica con la Fraternità San Pio X e per la concessione ai fedeli del vetus ordo, e nominato due nuovi responsabili del coro di cui sopra.

Stando pure a quanto si legge su Dagospia, che ha riportato un articolo de Il Corriere della Sera, la mossa del pontefice assomiglia a un cestistisco "taglia fuori" nei confronti di quello che una volta - prima che Ratzinger lo elevasse a vescovo - era solo padre Georg, oggi prefetto della Casa pontificia e ancora vicino - più di tutti gli altri - a Benedetto XVI. E proprio di questo incarico, quello di prefetto, conviene parlare.

Se non altro perché chi ha anticipato la notizia della cancellazione dell'Ecclesia Dei - cioè il vaticanista Marco Tosatti - ha anche svelato un'altra possibile semplificazione istituzionale: la soppressione della prefettura della Casa Pontificia. A monsignor Gänswein, in caso, non resterebbero molti altri incarichi e qualcuno già agita voci secondo cui il Santo Padre starebbe procedendo con la messa in discussione di quello che rimane del pontificato ratzingeriano. L'Ecclesia Dei, appunto, e l'ecclesiastico che lo ha accompagnato prima e dopo la sua permanenza al soglio di Pietro.

Nel caso in cui Gänswein venisse indirettamente estromesso dalla Casa pontificia, potrebbe comunque restare in Vaticano per dare manforte all'anziano papa emerito? Oppure sarebbe costretto, in quanto vescovo, ad allontanarsi in funzione di un ulteriore compito assegnatogli presso qualche arcidiocesi? Le voci su mons. Gänswein si rincorrono da tempo: non è la prima volta che dalle parti di piazza San Pietro si parla di una sua possibile cacciata.

Qualcuno si ricorderà di quando l'ecclesiastico tedesco, specificando la natura delle dimissioni di Benedetto XVI, aveva in qualche modo costretto Bergoglio a chiarire come stavano le cose e chi era "l'unico papa".

I due vanno davvero d'accordo oppure Gänswein è rimasto in Santa Sede solo perché troppo vicino a Ratzinger per poter essere allontanato in maniera definitiva? La sensazione è che presto potremmo avere la risposta a questi quesiti.

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