I dati che smentiscono i no vax: ecco quanti sono i decessi da vaccino

È stato pubblicato il nono Rapporto di Sorveglianza dei vaccini Covid-19 dell'Aifa: due decessi ogni dieci milioni di somministrazioni. Un solo evento avverso segnalato, invece, sulle terze dosi fin qui somministrate

I dati che smentiscono i no vax: ecco quanti sono i decessi da vaccino

Nel periodo compreso tra il 27 dicembre 2020 - data delle prime somministrazioni dei vaccini anti-Covid in Italia - fino al 26 settembre 2021, i decessi correlabili alla vaccinazione sono in totale 16, con una frequenza di due casi ogni 10 milioni di dosi.

Cosa dice il report dell'Aifa

Tra i tanti numeri, sono senz'altro questi i più importanti e significativi pubblicati dall'Aifa sul nono "Rapporto sulla Sorveglianza dei vaccini COVID-19", perché smontano ogni tentativo no-vax di screditare il siero "sperimentale" e pericoloso per la salute. Come dimostrano i numeri quotidiani di contagi e decessi, il vaccino è l'unica arma per arginare, abbattere e combattere il Sars-CoV-2. In totale, gli eventi avversi relativi alla data di riferimento sono stati 101.110 su un totale di 84.010.605 dosi di vaccino, con un tasso di segnalazione di 120 ogni 100.000 dosi somministrate. Il siero più utilizzato nella campagna vaccinale italiana è Comirnaty (Pfizer) con il 71,2% delle somministrazioni, seguito da Vaxzevria (AstraZeneca14,5%), Spikevax (Moderna, 12,5%) e Janssen (J&J, 1,8%). Rimane in linea con gli altri Rapporti anche la distribuzione delle segnalazioni avverse (Comirnaty 68%, Vaxzevria 22%, Spikevax 9%, Janssen 1%).

Differenza segnalazione-decesso

Sono 608 le segnalazioni gravi che hanno riportato l’esito “decesso” al momento della segnalazione o come informazione acquisita successivamente al follow up. "Il tasso di segnalazione è di 0,72/100.000 dosi somministrate, indipendentemente dalla tipologia di vaccino, dal numero di dose e dal nesso di causalità, simile a quello riportato nel Rapporto precedente", scrive l'Aifa. Il 48,2% (293) dei casi riguarda donne, il 50,8% (309) uomini mentre l’1% (6 schede) non riporta questo dato. L’età media è di 76 anni. Il tempo intercorrente tra la somministrazione e il decesso varia da poche ore fino a un massimo di 189 giorni, ove riportato. In 397 casi il decesso è registrato dopo la prima dose e in 211 dopo la seconda.

Attenzione: se è vero che sono 608 le segnalazioni con esito "decesso" ma soltanto 16 (come sottolinea l'Aifa), alla fine, quelli correlati alla vaccinazione, va da sè che 592 pazienti non sono deceduti a causa del vaccino ma per cause non imputabili al siero. La sottolineatura è importante perché mette in correlazione la differenza che passa tra una segnalazione e il vero accertamento sulle cause di morte come in questo caso. "Continuano a non essere segnalati decessi a seguito di shock anafilattico o reazioni allergiche importanti, mentre è frequente che il decesso si verifichi a seguito di complicanze di malattie o condizioni già presenti prima della vaccinazione", scrive l'Aifa a sgombrare il campo da ogni dubbio.

Una sola segnalazione su oltre 46mila terze dosi

Da settembre, come sappiamo, sono in corso le somministrazioni della terza dose di vaccino per le categorie più fragili (immunodepressi, malati oncologici, trapianti: su 46.357 dosi c'è stata un'unica e non grave segnalazione avversa in una persona affetta da HIV. Invece, le persone che hanno contratto l'infezione e che hanno ricevuto una sola dose di vaccino secondo le linee guida ministeriali, sono circa 1,5 milioni.

L'età media delle segnalazioni

L’età media delle persone che hanno avuto un sospetto evento avverso è 47,8 anni (età mediana di 48 anni). "Come già riportato negli studi clinici pre-autorizzativi e nei precedenti Rapporti, il tasso di segnalazione è maggiore nelle fasce di età comprese tra i 20 e i 60 anni, per poi diminuire nelle fasce d’età più avanzate e nei giovanissimi, con un tasso di segnalazione inferiore dopo la 2a dose", si legge sul report Aifa. Se le somministrazioni complessive sono state per il 52% nelle donne ed il 48% negli uomini, la maggior parte delle segnalazioni (71%) riguarda le donne (166 ogni 100mila dosi) e il 28% gli uomini (70 ogni 100mila dosi somministrate), indipendentemente dal vaccino e dalla dose somministrata.

L’85,4% (n. 14.605) delle segnalazioni inserite si riferisce a eventi non gravi e il tasso di segnalazione è pari a 103 ogni 100mila dosi somministrate. Invece, il 14,4% (86.

361) si riferisce a eventi avversi gravi, con un tasso di 17 eventi gravi ogni 100mila dosi somministrate, indipendentemente dal tipo di vaccino, dalla dose somministrata e dal possibile ruolo causale della vaccinazione.

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