Alfano concede la cittadinanza pure a chi non parla italiano

Alla Camera il titolare del Viminale bacchetta un sindaco che aveva negato la cittadinanza a un nigeriano residente in Italia da vent'anni ma incapace di leggere e comprendere il testo del giuramento

Alfano concede la cittadinanza pure a chi non parla italiano

Il sindaco nega la cittadinanza a un nigeriano che non riesce a parlare in italiano e il ministro degli Interni Angelino Alfano se la prende col sindaco.

È quanto emerge dal question time di ieri alla Camera dei Deputati, dove il titolare del Viminale ha bacchettato Ivo Moras, primo cittadino di Brugnera, in provincia di Pordenone. Che, come ben racconta il Messaggero Veneto, un mese fa aveva rigettato la richiesta di cittadinanza italiana a un nigeriano residente nel territorio comunale da vent'anni ma incapace di leggere o pronunciare il testo (ovviamente in italiano) del giuramento di rito.

La mossa del primo cittadino però è stata duramente criticata da Alfano nel corso della risposta a un'interrogazione parlamentare presentata a Montecitorio dal deputato leghista Massimiliano Fedriga.

"Premetto che il giuramento di uno straniero che intende acquisire la nazionalità italiana – ha spiegato Alfano – non è una pura formalità, ma esprime in modo solenne la volontà dello straniero di entrare a far parte della comunità nazionale. Una volta concluso l'iter e adottato il decreto di concessione della cittadinanza da parte del presidente della Repubblica, un'ulteriore verifica – ha aggiunto Alfano – volta affermare quanto già accertato in sede istruttoria non è tecnicamente alla luce della norma ammissibile e sarebbe comunque estranea ai profili e ai principi procedimentali."

Secondo il Viminale "la posizione presa dal sindaco di Brugnera, che contesta la competenza linguistica dello straniero – intendendo invalidare l’intero procedimento – non appare confortata da disposizioni

normative che ne suffraghino in alcun modo la legittimità e potrebbe dare luogo, se reiterata, all'esercizio dei poteri sostitutivi". In sostanza, per essere italiani non è necessario comprendere o parlare la nostra lingua.

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