Le tensioni e i timori che chissà per quanto tempo la musica dal vivo si porterà dietro dopo la strage alla sala concerti Bataclan, entrano anche nel teatro Manzoni di Bologna. E così persino il concerto di Bob Dylan è stato blindatissimo. Con cani antiesplosivo nel foyer, metal detector passati sulle giacche degli spettatori che entrano uno alla volta e guardie del corpo disseminate ovunque. Bob Dylan, che ha deciso di non fermare il tour europeo nonostante gli attentati dello Stato islamico, ha chiesto un ingente numero di agenti per garantire la sua sicurezza. E le misure di sicurezza sono state adeguate ai timori. Gli sono stati, quindi, accordati dodici agenti: due armati fuori dal camerino e ben dieci dislocate in platea.
Un concerto sorprendente, se è possibile dirlo, per l’esibizione di uno dei più grandi musicisti viventi. In grado cambiare mille volte faccia e stile lungo oltre mezzo secolo di carriera. Sorprendente nella leggerezza - anche la sua che chiude il primo tempo rivolgendo al pubblico un "grazie, grazie, grazie mille" in italiano. Sorprendente anche nella vocalità. Ruvida. Con la voce che a volte sembra grattare sul microfono. Ma poi è in grado di liberare quei suoni incisi nell’immaginario collettivo. Oppure di andare giù, farsi morbida quando il ritmo rallenta.
Eppure, dopo gli attentati di Parigi, i metal detector e i cani antiesplosivo non bastano a tener lontana la paura. Paura che non è solo di Bob Dylan ma di tutti gli italiani che hanno comprato il biglietto per le due date di Bologna e per quelle di Milano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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