L'allerta a Roma riguarda anche e soprattutto il Vaticano. Il belpaese non è mai stato colpito dagli attentati dell'Isis, ma adesso, anche a causa di alcuni recenti episodi di cronaca e per l'imminenza delle festività, sembrerebbe essersi alzata al massimo l'asticella dell'attenzione.
"Gli uomini e le donne della Polizia di Stato, che concorrono alla sua sicurezza, continueranno a garantire la sicurezza di questa Sede Santa e della Sua persona e di questa straordinaria grande città di Roma, sede della cristianità, che dalla propaganda terroristica e jihadista è portata a simbolo da colpire". Queste sono parole rivolte a Bergoglio da Franco Gabrielli, capo della Polizia, che è stato ricevuto in Vaticano per i tradizionali e consueti auguri di Pasqua. La "minaccia", per l'ex direttore del Sisde e dell'AISI, è "incombente". Gabrielli ha evidenziato - si legge sull'Huffington Post- anche come i "tempi trascorsi non ci convincono dell'ineluttabilità degli eventi, del fatto che la minaccia sia passata. La minaccia è incombente, ma gli uomini e le donne della polizia sapranno fare argine a tutto quanto di male è intorno a noi". E ancora: "Viviamo tempi difficili, ma forse la memoria è corta. La nostra storia è fatta di momenti difficili: la differenza la fa il comportamento di ciascuno di noi". Bergoglio, dal canto suo, ha ringraziato la polizia per il suo impegno quotidiano: "Lavorate per custodire la gente, per custodire me: non so come ringraziarvi, voi siete dei custodi", ha detto il pontefice.
"Questa gente - ha sottolineato ancora il papa argentino - si sacrifica per custodire, custodire il Papa ma anche custodire la gente, perché non ci sia qualche pazzo che faccia una strage e rovini tante famiglie". Chiaro, insomma, il riferimento all'Isis e al fondamentalismo islamico. La città di Roma, all'interno dei messaggi propagandistici di Daesh, è stata citata trecento volte. Una cifra record, secondo un recente rapporto dell'Ispi. "A ogni modo - si può leggere nella relazione di Francesco Marone e Marco Olimpio citata dal Corriere della Sera - la posizione centrale che la capitale italiana occupa nei messaggi jihadisti – anche in senso figurato – è un fenomeno allarmante, poiché può essere interpretata dai seguaci dello Stato Islamico come un’esortazione a compiere attacchi nella Città Eterna o, più in generale, in Italia". Roma, insomma, come contraltare spirituale, storico e politico alla propaganda jihadista. E "Rumya" è il nome dato dall'Isis a una delle riviste utilizzate per diffondere il messaggio dei terroristi.
In funzione delle feste pasquali, intanto, è stato rilasciato un piano dalla Questura di Roma, che ci ha tenuto a specificare che "le misure di sicurezza che verranno messe in atto non rappresentano una blindatura ma rispondono alla logica del servizio. Il modello organizzativo messo in atto mira a 'custodire' la gente, compito primario della Polizia di Stato così come sottolineato oggi da Papa Francesco durante un'udienza privata.
Il livello di sicurezza è rimasto invariato e l'attenzione non è mai stata modificata". Non sono previste, ovviamente, restrizioni alla libertà personale, ma verranno intensificati i servizi di controllo del territorio in questione e le attività di vigilanza predisposte dalle forze dell'ordine.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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