Amatrice, il palazzo "brutto" mal visto da tutti è l'unico rimasto in piedi

Ad Amatrice le case sono crollate. Tranne un palazzo criticato aspramente in passto perché inadeguato dal punto di vista estetico

Amatrice, il palazzo "brutto" mal visto da tutti è l'unico rimasto in piedi

In corso Umberto, nel centro storico di Amatrice, nessuna casa è rimasta in piedi. Il terremoto le ha distrutte tutte. Tranne poche, pochissime. Tra queste, quella maggiormente integra è un palazzo che nel passato era stato criticato aspramente perché inadeguato - dal punto di vista estetico - alla bellezza mediavale di Amatrice. Ma ha resistito. Da solo.

Cinque piani tutti colorati di marrore. Non bellissimo, bisogna dire, nel contesto. Ma solido. Come scrive il Messaggero, la struttuta "apparentemente non presenta danni, tanto che ieri mattina i dipendenti di Intesa SanPaolo (l'ex Cassa di Risparmio di Rieti), la banca che occupa il piano terra, sono potuti entrare, sia pure tra mille cautele dopo le necessarie verifiche da parte dei vigili".

"Il palazzo - racconta sempre al Messaggero Luigi Bucci, ingengere e ex sindaco di Amatrice - fu fatto costruire, nei primi anni 50, dal proprietario Domenico Piccirilli, un commerciante che gestiva un negozio di merceria e una pompa di carburante dalla parte opposta della via, attraverso lavori in economia affidati ad alcune piccole imprese locali, perché voleva trasformarlo in albergo, ma il progetto sfumò". Lo stesso Bucci conviene che la struttura era un pugno allo stomaco nella bellezza della città reatina. Tanto che pensò di far "demolire l'ultimo piano e adeguando la colorazione a un beige". Ma poi il progetto sfumò.

"Il fatto che l'edificio abbia resistito alla violenza del terremoto - conclude Bucci - ha sorpreso tutti. E' evidente, comunque, che all'epoca non si risparmiò sui materiali usati".

Alla fine l'albergo non venne fatto. E i primi due piani finirono alla Cassa di Risparmio, mentre nei piani superiori vennero costruiti degli appartamenti. Che, al contrario di altri, non sono diventati la tomba di nessuno.

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