Dopo esser finito nella bufera, Paolo Savona ottiene una piccola vittoria. Il ministro delle Politiche europee, infatti, si è visto archiviare "per infondatezza delle prove" una delle sei inchieste che lo vedevano coinvolto. Assieme a lui altre 61 ex o attuali figure di spicco di Monte dei Paschi, Bnl, Unicredit e Popolare di Bari e Banca d'Italia. I vertici degli istituti di credito erano indagati per aver praticato - secondo l'ipotesi della Procura tranese - tassi e interessi usurari sui finanziamenti concessi, dal 2005 al 2012, ad alcuni imprenditori del Nord Barese; i dirigenti di Palazzo Koch e del Ministero rispondevano, invece, del concorso morale nel reato contestato.
Savona e gli altri indagati
Oltre a Savona erano indagati Alessandro Profumo (ex ad di Unicredit), Luigi Abete (presidente di Bnl), Giuseppe Mussari (ex presidente di Mps), Marco Jacobini (presidente di Popolare di Bari), Fabrizio Saccomanni (ministro dell'Economia durante il governo Letta) e Anna Maria Tarantola (poi presidente Rai) per i loro ruoli in Banca d'Italia.
L'inchiesta risale al giugno del 2014. Secondo l'ipotesi dell'ex pm di Trani, Michele Ruggiero (ora in servizio a Bari), gli interessi su alcuni finanziamenti venivano calcolati sul credito accordato e non su quello effettivamente erogato o utilizzato dal cliente. In questo modo, i tassi effettivi globali (Teg) per finanziamenti, erogati sotto forma di anticipazioni su conto corrente, sarebbero risultati più bassi di quelli effettivamente praticati e, quindi, tali da apparire entro il cosiddetto "tasso soglia". In questo modo, dal 2005 al 2012, i vertici di Bnl, Mps, Unicredit e Popolare di Bari - sosteneva sempre la Procura tranese - sarebbero incorsi nel reato di usura bancaria aggravata e continuata in concorso. I dirigenti coinvolti di Bankitalia e Ministero del Tesoro, invece, "consapevolmente e volontariamente (quanto meno con dolo eventuale) concorrevano moralmente con i dirigenti degli istituti di credito" nel reato di usura. Ma un anno fa lo stesso pm ha avanzato al gip richiesta di archiviazione, dopo aver rilevato "sulla base delle argomentazioni della perizia effettuata dai funzionari della Banca d'Italia, la carenza dell'elemento soggettivo del reato a carico degli indagati".
Si tratta di una seconda perizia fatta eseguire dal magistrato inquirente proprio a Palazzo Koch - successivamente al deposito delle memorie difensive presentate da alcuni indagati - con lo scopo di ottenere "approfondimenti mirati ad un 'riesamè dei criteri contabili ed ermeneutici dapprima adottati dai consulenti tecnici" della Procura.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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