"Attenti ai tatuaggi": il pericolo nascosto sotto pelle

"Non bisogna tatuarsi dove si hanno dei nei". L'Intergruppo Melanoma Italiano lancia l'allarme

"Attenti ai tatuaggi": il pericolo nascosto sotto pelle

Sono ben 7 milioni le persone che in Italia hanno uno o più tatuaggi, un dato che equivale al 12,8% della popolazione. Dal 2017 ad oggi, inoltre, secondo l'Associazione Tatuatori, i saloni autorizzati sono passati da poco più di 4 mila ad oltre 8 mila. A preoccupare però, come spiega il Messaggero, è che il 3,3% di chi si tatua ha una complicanza alla pelle dovuta a infezioni, allergie ai colori, reazioni granulomatose e solo uno su dieci, tra questi, ne parla con il proprio dermatologo. Gli altri o non dicono niente o al massimo lo comunicano al tatuatore il quale è senza dubbio esperto in materia ma non è un medico.

Proprio dopo aver visionato questi dati, è stata lanciata una sensibilizzazione da parte degli specialisti dell'Intergruppo Melanoma Italiano, in particolare sui tatuaggi realizzati sopra ai nei. Sfortunatamente è sempre più frequente che si scoprano dei melanomi in ritardo perché nascosti dall'inchiostro. Come spiega Giuseppe Scarcella, responsabile nazionale del Dipartimento Laser & High Tech dell'Italian society of plastic-regenerative and oncology dermatology: "I nei non vanno mai tatuati. Questo può fare la differenza tra la vita e la morte. Visto che una diagnosi tardiva può rivelarsi fatale".

L'inchiostro dei tatuaggi

Attenzione, questo non significa in nessun modo che il tatuaggio sia responsabile della comparsa dei tumori ma vuol dire che un disegno realizzato con l'inchiostro nero che copre completamente un neo può nascondere dei seri problemi alla pelle.

"I colori" - invece, afferma Ignazio Stanganelli, presidente dell'Intergruppo della Skin Cancer Unit dell'Istituto Romagnolo per lo studio dei tumori - "non consentendo di studiare correttamente i nei possono creare artificialmente i cosiddetti melanomi sospetti. Si tratta di falsi positivi, che costringono comunque il dermatologo ad asportare la lesione, non riuscendo a giudicare, se si tratti di una forma benigna o maligna".

Le raccomandazioni

Gli esperti, dunque, invitano a fare tutti i controlli del caso prima di tatuarsi, soprattutto se fin da ragazzi si hanno sulla pelle molti nei perché è facile che sorga qualche neo proprio dove ci si è tatuati. Un secco no invece per chi ha familiarità con i melanomi o tumori cutanei.

Inoltre, proporzionalmente al numero di tatuati aumenta anche il numero di pentiti: uno su quattro. Si tratta di un dato che è bene sottolineare perché il trattamento laser per la rimozione dei tatuaggi non può avvenire dove ci sono dei nei. Questi o vengono rimossi chirurgicamente prima o "siamo costretti a lasciare un contorno tatuato di circa 3 millimetri attorno al neo" spiega Scarcella.

Un'altra realtà inquietante, riportata da un approfondimento in materia dell'Istituto Superiore di Sanità, è che solo il 58,2% dei tatuati ha firmato il consenso informato ma soprattutto che il 7,7% tra chi ha un tatuaggio ha un'età compresa tra i 12 e i 18 anni. Sotto i 16 anni è assolutamente vietato per legge, sopra, invece, è possibile farlo ma solo se i genitori hanno firmato una liberatoria.

La falla nel sistema che permette che tanti under 16 vengano tatuati sta nel fatto che, come spiega Scarcella: "La normativa è regionale per quanto riguarda le sanzioni". Oltre che per incuranza di qualche tatuatore non serio.

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