Auto della polizia per far sesso e accompagnare Gigi D'Alessio

Scandalo nella Polizia. Tre agenti in manette. Le auto di servizio usate come taxi. E in commissariato festini hard con le prostitute

Auto della polizia per far sesso e accompagnare Gigi D'Alessio

Uno scandalo senza precedenti travolge la Polizia. Tre agenti sono stati arrestati, insieme ad altre tredici persone, in un’operazione scattata la scorsa notte nel Casertano. I reati contestati, a vario titolo, sono quelli di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, allo spaccio di droga, all'usura, alla truffa, al falso, alla corruzione, alla concussione e all'abuso d’ufficio.

Il commissariato usato per fare festini hard e le auto di servizio trasformate in taxi per scorrazzare il vip di turno in giro. È una vera e propria bufera quella che si è abbattuta sulla polizia di Marcianise, paesino in provincia di Caserta. I tre poliziotti arrestati questa mattina avrebbero, infatti, fatto sesso con alcune prostitute nelle auto di pattuglia e nei locali del commissariato dove prestano servizio. Non solo. Gli stessi agenti avrebbero anche usato l'auto di servizio per accompagnare il cantante Gigi D’Alessio e farlo arrivare in tempo a un concerto. Ma soprattutto sono accusati di traffico di droga e corruzione. Accuse pesantissime che li legherebbero a una associazione a delinquere che, oltre a trafficare e spacciare stupefacenti, truffava, corrompeva e prestava a usura.

Uno dei poliziotti risulterebbe organico all’organizzazione gestita da Donato Bucciero, pregiudicato e considerato affiliato al clan camorristico Belforte di Marcianise. L'agente consegnava le dosi di cocaina a un ristretto gruppo di clienti, prevalentemente imprenditori e professionisti, provvedendo al recupero dei "crediti" derivanti dall’acquisto delle dosi e al riciclaggio dei proventi, in parte versati sul suo conto corrente, e alla "monetizzazione" di assegni che Bucciero riceveva a garanzia delle attività usurarie per le quali risulta indagato.

In altre circostanze i poliziotti infedeli glissavano sull’attività di spaccio di Giuseppe Liberato, al quale farebbe capo la seconda organizzazione criminale, per ottenere notizie confidenziali che permettevano loro di portare a termine operazioni di polizia giudiziaria per accreditarsi nei confronti dei propri superiori.

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