Un'ora di panico e caos all'ospedale oncologico "Giovanni Paolo II" di Bari dove questa mattina, dalle 10 alle 11, si è verificato un black out che ha creato gravi disagi a partire dai pesanti ritardi nelle prenotazioni e nella preparazione dei farmaci per le sedute di chemioterapia.
Disagi anche per il mancato funzionamento dei climatizzatori. Molti dei farmaci anti-cancro sono personalizzati e richiedono, ovviamente, particolare attenzione nella fase di approntamento.
Fortunatamente l'interruzione di energia elettrica non ha riguardato le sale operatorie all'interno delle quali l'attività chirurgica è proseguita grazie all'attivazione dei gruppi elettrogeni. E sì che in una struttura come quella per la cura dei tumori ha considerevoli capacità di gestire l'emergenza.
Ad andare in tilt sono stati i computer dell'ospedale e nel sistema la falla ha colpito l'unità di manipolazione centralizzata dei farmaci chemioterapici creando i disagi di cui si è fatto cenno in precedenza. I tecnici informatici hanno dovuto lavorare fino a sera per risolvere tutti i disguidi creati dal black out.
“Abbiamo disposto una indagine interna – ha dichiarato ad un quotidiano locale il direttore amministrativo dell'ospedale "Giovanni Paolo II" Massimo Mancini - per capire cosa sia successo”.
Si pensa che alla base del guasto ci sia stato un calo di tensione. Dal canto suo l’Enel, però, ha escluso che le responsabilità possano essere addebitate all’operatore che fornisce l’energia elettrica. “L’Oncologico è servito da una linea di distribuzione di media tensione. Eventuali guasti sulla rete vengono registrati in tempo reale e sono tutti certificabili. Quella linea ieri non ha dato problemi” sono state le parole della società di energia elettrica. Che però alimentano il caso.
Perché, in attesa di capire le motivazioni all’origine dell’avaria, Mancini ha inviato una lettera indirizzata all’Enel e alla prefettura chiedendo di migliorare la comunicazione fra enti. Ha dichiarato il direttore amministrativo dell'ospedale barese: “L’Enel può legittimamente abbassare, per necessità proprie, la tensione sulla rete. Ma se fossimo stati avvisati, avremmo potuto attivare quelle misure di risparmio dei consumi non strettamente indispensabili. La nostra centrale è andata in sovraccarico”.
Oltre ogni burocrazia e avviso, resta comunque il disagio di chi già combatte la dura lotta giornaliera contro il cancro.
Chi ha dovuto ritardare la dose quotidiana di chemioterapia, la dose quotidiana di speranza: la speranza di vincere il male.Mancini, infine, ha rassicurato sulla somministrazione dei farmaci garantita anche con ricette scritte a mano.
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