Si chiama "dignicap" e, come dice la parola stessa, dona dignità soprattutto alle donne malate di tumore alle prese con i problemi derivanti dalla cura. Si tratta di un casco vero e proprio, utilizzato dai medici durante le sedute di chemioterapia. Serve ad evitare, all'ottanta per cento, la caduta dei capelli. Lasciando così intatto il primo motivo di vanto per una donna, i capelli. Cornice del viso. E la prima causa di forte stress psicologico che pesa sulla malattia (già di per sé portatrice di uno sconvolgimento emotivo senza precedenti in una persona) in maniera decisiva.
In Puglia ci sono già due "dignicap". E di caschi ne sono in arrivo altri quattro, come si legge sul quotidiano regionale "La Gazzetta del Mezzogiorno", nel reparto "Don Tonino Bello" dell'istituto tumori di Bari.
Qual è il processo che permette di lasciare intatto il cuoio capelluto dei pazienti affetti da problemi oncologici? La macchina procede al raffreddamento della cute durante la seduta di chemioterapia: la temperatura scende tra i tre e i cinque gradi, incidendo così sui bulbi dei capelli raffreddati a loro volta.
Non è certo una novità, già nel 2015 era in una fase sperimentale nell'istituto europeo d'oncologia di Milano una macchina assimilabile al "casco".
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