Bari, fuochi d'artificio per festeggiare omicidio

Dopo l'omicidio di Giuseppe Gelao, nel quartiere Libertà di Bari sono stati fatti dei fuochi d'artificio per festeggiare. Si pensa alla spaccatura nel clan

Bari, fuochi d'artificio per festeggiare omicidio

Fuochi d'artificio a Bari la sera del 6 marzo non per festeggiare un santo o un compleanno ma un vero e proprio omicidio.

Alle 21:30 a Japigia viene ucciso Giuseppe Gelao e gravemente ferito Antonino Palermiti, nipote del boss Eugenio ma appena nel arriva la notizia al rione Libertà scattano i festeggiamenti con esplosioni colorate in cielo.

"È successo anche un paio di settimane fa, quando il 27 febbraio hanno arrestato il gruppo degli Strisciuglio che faceva le estorsioni, qui c'è la spartizione fra clan e, a seconda di chi ha la peggio, l'altro festeggia così. È un segnale per dire: comandiamo ancora noi. Ma non è così" racconta Don Preite, il parroco del quartiere a La Repubblica.

"La gente ha bisogno di segni, di speranza concreta - prosegue il parroco - non solo della repressione che ci deve essere, ha bisogno di una politica che si interroghi sulla questione e spinga per un sostegno alla gioventù in questo tempo di crisi, economica e sociale, che viviamo. Tempo nel quale la criminalità ha tutta la possibilità di operare".

Nella chiesa del Redentore è nato a dicembre 2016 il pub sociale Lupi&Agnelli, uno spazio di incontro culturale ed esempio di legalità. Ma don Francesco continua a raccontare i disagi dei giovani del posto: "Nell'ultimo mese ho incontrato molti ragazzi colpevoli di crimini. Tutti mi raccontavano di disagio, disperazione, di famiglie che non arrivano a fine mese. E i modelli prepotenti e violenti della criminalità prevalgono su quelli positivi. Ma se noi siamo sostegno ai modelli alternativi che danno un futuro possibile, la tendenza inizia a cambiare. Abbiamo lanciato la campagna per mettere a disposizione gli spazi del Redentore, provando a fare lavori di inclusione lavorativa".

Intanto proseguono le indagini degli agenti della Squadra mobile, che hanno

eseguito perquisizioni e interrogatori. La pista più battuta, al momento, porta a una spaccatura interna al clan Parisi: un conflitto fra sottogruppi per il controllo del traffico di sostanze stupefacenti.

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