Cinghiali corrono sul lungomare di Barletta

È allarme per la sicurezza in Puglia

Cinghiali corrono sul lungomare di Barletta

Qualcuno parla addirittura di randagismo. Ma l’emergenza non riguarda i cani, Quello che sembrava un caso isolato a Bari e in provincia, sta diventando una vero caso. Parliamo dell’ "invasione" dei cinghiali. Proprio l'altra sera sono stati visti correre sul lungomare "Pietro Mennea" di Barletta, come si vede dalla foto de "La Gazzetta del Mezzogiorno". Una presenza, quella dei cinghiali, che sta prendendo piede. Il primo caso nell'agosto del 2016 a Bari.

Secondo fonti di stampa, si trattava della specie che popola il parco nazionale dell'Alta Murgia e l'area protetta di Lama Balice, a nord del capoluogo pugliese. Più di un anno fa si pensava ad un caso isolato quando nel quartiere San Paolo vennero avvistati esemplari adulti con cuccioli al seguito, ma così non è stato e quella famiglia si è moltiplicata. Intanto sono state prese misure di sicurezza, alcune indicazioni sono state affisse per prevenire gli incidenti stradali ai danni sia dei conducenti di auto e moto sia dei pedoni. Sono arrivati a passeggiare sul lungomare a Barletta e, ancora, la presenza dei cinghiali pare abbia creato gravi disagi anche alla linea ferroviaria tra Trinitapoli (Comune della provincia Bat) e la stessa Barletta. Un cinghiale è addirittura finito sotto un treno e la linea è rimasta interrotta dalle ore 19 circa fino alle 22. A scendere in campo anche il sindaco della cittadina pugliese, Pasquale Cascella (ex portavoce del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano) e il comandante della polizia locale, per chiedere al prefetto che vengano applicate misure per "prevenire e contrastare ogni pericolo a tutela della pubblica incolumità, manifestando la piena disponibilità a ogni forma di collaborazione". Insomma i cinghiali diventano il “pericolo” contro il quale coalizzare che vedono le istituzioni per la tutela di cittadini innocenti. Si torna alle origini. A quando, nell'antichità, nelle culture mediterranee il cinghiale veniva identificato con la morte, per il colore scuro e le abitudini notturne. Ucciderlo significava sconfiggere l’oltretomba.

Ancora, a "La Gazzetta del Mezzogiorno", Cesare Troia, vice presidente del Parco dell’Alta Murgia, ha annunciato che serve un'azione a livello nazionale e che nel "2018 è prevista una somma che va in aiuto agli agricoltori al fine di creare reti elettrificate per evitare danni alle culture di pregio. La legge 394, sulle aree protette, obbliga il Parco a risarcire quando ci sono danni, pertanto noi siamo parte lesa". Diversamente viene affrontato il problema in Sicilia dove Santo Caracappa, direttore sanitario dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia, ha dichiarato a fonti di stampa che bisogna imparare a convivere con i cinghiali, "nel rispetto dei luoghi ed evitando di renderli pericolosi per l'essere umano" alla luce di un caso singolare a Palermo dove un suino è entrato in una scuola elementare e ha ferito un custode. Per fermare l'animale, gli uomini della Forestale sono stati costretti ad abbatterlo. "Non sono animali pericolosi o aggressivi - ha spiegato alle fonti di stampa Mario Lo Valvo, docente di Protezione e gestione della fauna all'Università degli Studi di Palermo - Lo diventano se impauriti o se vengono disturbati.

Normalmente il cinghiale fugge alla vista dell'uomo e l'aggressione è solo uno strumento di difesa come per qualunque altro animale". Intanto a Palermo la colonia di cinghiali ( sono circa cinquanta) rimane su Monte Pellegrino e all'interno della riserva di Capo Gallo e sulle montagne alle spalle di Leroy Merlin.

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