Bergoglio: "No a rimpatri senza sicurezza, no a muri e porti chiusi"

Il Papa contro i "porti chiusi": "No ai rimpatri senza sicurezza. Sono di destra o di sinistra? Non mi piace rispondere"

Bergoglio: "No a rimpatri senza sicurezza, no a muri e porti chiusi"

"C'è un problema molto serio con i rimpatriati: ho visto i filmati clandestini girati quando li ricatturano: le donne e i bambini vengono venduti, gli uomini li tengono come schiavi, li torturano. Quei filmati sono terribili. Io li ho e allora dico attenzione!, con i rimpatri senza sicurezza".

Papa Francesco torna a parlare di migranti in un'intervista all'emittente messicana Televisa pubblicata dall'Osservatore Romano. "Tra Paesi non si dialoga, tra i Paesi si mettono frontiere", lamenta il Pontefice, "È chiaro che chi soffre sono i più deboli, sono i migranti. Anche per rimpatriare occorre un dialogo con il paese di origine e non semplicemente alzare un muro o chiudere le porte di casa. Perché il Papa si occupa oggi tanto dei migranti e parla tanto dei migranti? Perché è un problema scottante, attuale".

Nella lunga intervista il Papa si scaglia anche contro i porti chiusi - "triste palarne, vero?", dice, "Tutti i giorni veniamo a sapere che il Mediterraneo sta diventando sempre più un cimitero, solo per fare un esempio. Bisogna avere il cuore per accoglierli" -, ma anche contro il muro di Trump: "Non so che cosa succede quando entra questa nuova cultura di difendere territori facendo muri. Già ne abbiamo conosciuto uno, quello di Berlino, che ci ha portato tanti mal di testa e tanta sofferenza. Ma sembra che quello che fa l'uomo è quello che non fanno gli animali. L'uomo è l'unico animale che cade due volte nella stessa buca. Rifacciamo le stesse cose".

Bergoglio risponde anche a chi gli chiede se è più di destra o più di sinistra: "Non mi piace rispondere 'mi piace di più, mi piace di meno'", dice, "No, voglio essere onesto in questo: di fronte a un governante, io cerco di dialogare con il meglio che ha, perché è a partire dal meglio che ha che può fare del bene al suo popolo. Nei discorsi cerco di farlo. A volte, nei discorsi dico cose più generali dei problemi del Paese e poi nell'incontro privato mi permetto di fare un passetto in più.

Ma bisogna riconoscere il bene che c'è in una persona, anche se poi ha pure cose cattive. 'Lei ha questo, è bene, continui in questa direzione', così mi muovo. E trovo qualcosa di buono in tutti, buona volontà, anche i non credenti fanno sempre qualcosa di buono".

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