Dopo qualche lamentela da parte del procuratore generale milanese, Laura Bertolè Viale, i giudici del processo Mediaset accolgono il legittimo impedimento presentato da Silvio Berlusconi. A poco è servito l'attacco delle toghe, che miravano a far procedere la seduta, puntando sulla presunta scarsa chiarezza delle certificazioni presentate, che non chiarivano se il Cavaliere sarebbe andato in Senato.
Nel pomeriggio l'ex premier arriva a Roma per votare l'elezione del presidente del Senato e non risparmia un'altra bordata alle toghe e in particolare a Magistratura Democratica "svolge un’attività eversiva nel Paese e di cui - dice - ho le prove".
Il Procuratore generale aveva chiesto di presentare nuove carte. E nel caso il Cav non fosse andato a votare per l'elezione del nuovo presidente a palazzo Madama puntava a chiedere un'altra visita fiscale, dopo quelle già ordinate nei giorni scorsi, quando l'ex premier era stato ricoverato al San Raffaele di Milano, per problemi agli occhi e alla circolazione.
Nell'istanza di legittimo sospetto si legge che il ritmo dei processi "è in totale e netto contrasto con gli auspici recentemente rivolti dalle alte cariche dello Stato di consentire all'onorevole Berlusconi di poter svolgere la propria attività politica". L'accusa ai pm arriva anche nell'istanza con cui il Cav chiede il trasferimento a Brescia dei processi Ruby e Mediaset. Nel documento si legge che "il pm di udienza continua reiteratamente pur nell'opposizione delle difese a porre domande del tutto inutili rispetto al capo di imputazione".
538em;">I giudici del processo hanno però accolto la certificazione presentata da Berlusconi. Il processo è stato rinviato al 23 marzo,con la sospensione per una settimana dei termini di prescrizione. Berlusconi sarà in Aula per la quarta votazione al Senato.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.