Era stato arrestato per i reati di spaccio e di resistenza a pubblico ufficiale, finendo così dietro alle sbarre del carcere di Dozza (Bologna). Tuttavia al termine della pena lo attendeva il ritorno forzato in patria, una prospettiva che voleva evitare ad ogni costo.
Per tale ragione uno straniero di nazionalità tunisina, considerato socialmente pericoloso dalle autorità, si era addirittura spinto fino ad ingoiare una batteria stilo nel tentativo di creare un allarme ed essere portato in ospedale. Il piano architettato riuscì alla perfezione. Il 6 luglio scorso, giorno della scarcerazione e del rimpatrio previsti, invece di finire a bordo di un aereo il 23enne tunisino fu trasportato di corsa in ospedale.
Lo straniero evitò dunque il ritorno in Tunisia, ma non solo. Al momento della dimissione dal pronto soccorso, riuscì anche ad eludere il controllo degli agenti ed a scappare, facendo perdere le proprie tracce.
Il suo girovagare clandestinamente all’interno del nostro Paese è andato avanti fino a qualche giorno fa, quando è stato riconosciuto nella stessa città di Bologna, in via Irnerio. Fermato e sottoposto ad un controllo, il tunisino ha tentato di nuovo di “fregare” le forze dell’ordine, fornendo un nome falso, ma stavolta gli è andata male.
Scortato fino all’aereoporto di Milano Malpensa, il 23enne ha fatto finalmente ritorno in Tunisia.
Questo genere di espedienti per evitare il rimpatrio è sempre più all’ordine del giorno fra gli stranieri irregolari, disposti a qualsiasi cosa pur di
non far ritorno in patria.Questo mese, ad esempio, un marocchino di 24 anni, già sistemato a bordo dell’aereo che lo avrebbe riportato a casa, ha simulato un malore dichiarando di aver ingerito una lametta.
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