"Non serve sapere l'italiano": a Bolzano i medici possono parlare solo il tedesco

A Bolzano, la conoscenza dell'italiano non è più necessaria per l'esercizio della professione medica: "Fondamentale sarà il tedesco", recita uno stralcio del Decreto Semplificazioni

"Non serve sapere  l'italiano": a Bolzano i medici possono parlare solo il tedesco

A Bolzano puoi fare il medico anche se non parli l'italiano, poco importa. Lo si apprende da un passaggio del decreto Semplificazioni proposto dalla senatrice Julia Unterberger (Svp) e approvato al Senato dalle commissioni riunite I e VIII che affranca i medici dalla conoscenza - finora imprescindibile - della lingua italiana.

Una novità ''fresca di giornata'' che getta una distanza ancor più siderale tra l'Italia - intesa nella sua totalità peninsulare e culturale - e la provincia autonoma di Bolzano. Pardon, di Bozen, dal momento che nel capoluogo del Trentino Alto-Adige i parlanti di lingua tedesca sono in crescente e significativo aumento rispetto agli italofoni. Fatto sta che l'abolizione dell'italiano, tra i prerequisiti fondamentali per l'esercizio della professione medica, rischia di ingenerare un caos non da poco nella comunicazione tra medico e paziente. Come faranno a spiegarsi l'un con l'altro?

Il Decreto semplificazioni parla chiaro: "Per il territorio della Provincia autonoma di Bolzano la conoscenza della lingua tedesca costituisce requisito sufficiente di conoscenza linguistica necessaria per l’esercizio delle professioni sanitarie”. Tant'è. Al momento, si tratta solo di una proposta ma se l'emendamento passerà il vaglio dell'Aula e il testo diventerà Legge, medici, infermieri e altri professionisti della salute potranno esercitare in provincia di Bolzano senza conoscere una parola di italiano. "Sarà sufficiente che ci siano altri colleghi in grado di farlo", scrive il quotidianosanità.it.

La notizia ha scatenato la reazione del Presidente della Federazione degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli, che già a fine novembre si era schierato contro la legge provinciale che andava nella stessa direzione, poi impugnata dal Governo. “Non sapevo che la provincia di Bolzano fosse stata annessa all’Austria – ironizza Anelli in una nota -. La lingua ufficiale del nostro Paese, del nostro Servizio sanitario nazionale, è ancora l’italiano. E, a prevederlo, è proprio lo Statuto di Autonomia della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige, il DPR n. 670 del 31 agosto 1972, avente valore di legge costituzionale, oltre alla Legge 482 del 15 dicembre 1999. Comprendiamo l’importanza del bilinguismo in Alto Adige – prosegue il presidente Fnomceo – e, anzi, lo appoggiamo, in ottemperanza all’articolo 20 del nostro Codice deontologico, che considera il tempo della comunicazione quale tempo di cura. La comunicazione è dunque parte essenziale della relazione di cura e deve essere modulata in base alle conoscenze del paziente”.

Di fatto, questa misura attua la separazione normativa della provincia di Bolzano dal Servizio sanitario nazionale, modificando i requisiti e i titoli che la normativa prevede per praticare la professione medica in Italia, tra i quali la conoscenza della lingua italiana, da accertarsi, per i medici stranieri, all’atto dell’iscrizione all’Ordine. "In altre parole, si consente ai medici austriaci di esercitare nella provincia di Bolzano senza che abbiano conoscenza della lingua italiana, - spiega Anelli - creando una sorta di extraterritorialità rispetto al resto del territorio nazionale. Esprimiamo dunque la nostra contrarietà, anche in considerazione del fatto che una legge provinciale che andava nella stessa direzione è stata impugnata dal Governo italiano di fronte alla Corte Costituzionale - conclude il presidente Fnomceo -.

Ci appelliamo dunque al Governo e al Parlamento perché facciano un passo indietro e stralcino l’emendamento, o lo annullino per mezzo di un emendamento soppressivo. Chiediamo in particolare alla Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati lo stralcio per estraneità di materia”.

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